Faida di Scampia, quando il boss tagliò la testa al rivale e ci giocò a pallone
Ad oltre 10 anni di distanza, quella che è stata soprannominata la Faida di Scampia, la guerra tra il clan Di Lauro e gli "scissionisti" del clan Amato-Pagano che insanguinò le strade di Napoli tra il 2004 e il 2005, è ancora una ferita aperta nel cuore della città. I particolari di quella che è ritenuta come la più cruenta faida di camorra a Napoli – dopo quella degli anni Ottanta tra la Nuova Camorra Organizzata di Cutolo e la Nuova Famiglia – sono stati svelati da Gennaro Notturno, boss di uno dei clan legati agli scissionisti, diventato da poco collaboratore di giustizia, e sono così cruenti da superare qualsiasi cosa sia stata raccontata sulla criminalità organizzata da libri, film e serie tv.
Il boss tagliò la testa al rivale e ci giocò a pallone
L'episodio più macabro, che salta agli occhi nei verbali del boss Notturno, come raccontato da Fabio Postiglione sul Corriere del Mezzogiorno, si riferisce all'assassinio di Antonio Ruggiero, avvenuto nel gennaio del 2005. Gennaro Notturno racconta che il capoclan, dopo averlo torturato e ucciso in una villa di Varcaturo, a Giugliano, in provincia di Napoli, gli tagliò la testa con un seghetto da falegname e ci giocò a pallone. Non pago, portò il "trofeo" al cospetto di una vedova di camorra, il cui marito era stato ucciso da un cugino di Ruggiero. Rivolgendosi ai suoi affiliati, il boss sentenziò: "È iniziata la guerra, siete pronti?".
Il nipote di Gennaro Notturno ucciso in un agguato a Scampia
Il nipote del boss Gennaro Notturno, Nicola, 21 anni, figlio del boss Raffaele Notturno, è stato ucciso durante un agguato nella notte tra il 17 e il 18 settembre del 2017 in via Ghisleri, a Scampia. Il ragazzo è stato colpito da almeno 10 proiettili: trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco, il 21enne è deceduto poco dopo il ricovero a causa delle ferite riportate.