False fatture per gonfiare i costi dei lavori di Via Marina: sette arresti a Napoli
False fatturazioni e frode fiscale: questa l'ipotesi di reato emersa dalle indagini del Nucleo della Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza partenopea che ha portato all'arresto di sette persone. Un vero e proprio sistema, quello ipotizzato dagli inquirenti, con annessa frode sui finanziamenti comunitari relativi all'appalto degli interventi dell'asse costiero della città, ovvero la riqualificazione di via Marina e del tratto che unisce l'ingresso orientale del capoluogo partenopeo, che da anni rappresenta ormai un'autentica "croce" per i tanti cittadini che si trovano spesso imbottigliati nel traffico dovuto ai cantieri che, una volta aperti, spesso sono rimasti tali causando solo infiniti problemi di viabilità.
Il sistema, secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine, faceva ottenere finanziamenti comunitari e nazionali per la realizzazione di lavori pubblici, tra cui quelli di alcuni tratti di Via Marina, per i quali il Comune di Napoli ha investito oltre venti milioni di euro. Le società interessate dalle indagini avrebbero dunque emesso false fatturazioni che indicavano l'acquisto di materiale edile necessario alla realizzazione delle opere, tuttora ancora incompiute. In questo modo sarebbero stati dunque "gonfiati" i prezzi dei lavori, ed è proprio su questo aspetto che verte l'inchiesta della Procura di Napoli, coordinata dai pm Brunetti, Cozza e Piscitelli. Sequestrati preventivamente anche 443mila euro, pari alla somma che sarebbe stata indebitamente percepita. I sette soggetti raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, ha fatto sapere la Guardia di Finanza partenopea, sono Pasquale Ferrara, Mariano Ferrara, Umberto Ianniello, Vincenzo Ianniello, Vincenzo Boccanfuso, Gaetano Milano ed Achille Prospero.