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Fca rinvia la partenza della fabbrica di Pomigliano: ‘Mercato per Panda troppo debole’

Lo stabilimento Fca di Pomigliano, dove si produce la Fiat Panda, non riaprirà come previsto l’8 giugno: il mercato non consente una ripresa continuativa delle attività. Al momento sono al lavoro 300 addetti su 4.500 operai totali. I sindacati hanno chiesto al Governo delle misure ad hoc per rilanciare la domanda e quindi riavviare la produzione.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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La richiesta di mercato è ancora debole, troppo per consentire una ripresa e garantire una continuità. Di conseguenza, lo stabilimento Fca di Pomigliano non riaprirà i battenti a breve come era stato previsto e la produzione della Panda è stata rimandata. Lo annunciano i sindacati con una nota. La fabbrica del Napoletano avrebbe dovuto riprendere le attività il prossimo 8 giugno, data in cui sarebbe dovuta tornare al lavoro la maggioranza degli operai, parte dei quali è già impegnata nelle attività legata alla produzione Sevel; al lavoro attualmente ci sono circa 300 persone, ma il totale degli operai inquadrato nella famiglia di Pomigliano è di 4.500 persone.

L'azienda ha comunicato ai sindacati del rinvio della ripresa, aggiungendo che al momento le condizioni del mercato non permettono di stabilire con precisione una data per l'avvio della produzione della Panda con continuità. La Fca ha fatto sapere che le condizioni per riaprire tutti gli stabilimenti non ci sono perché dall'inizio dell'anno il mercato ha fatto registrare grosse perdite: il 90% nei primi due mesi, il 50% nell'ultimo mese. Per la riapertura dello stabilimento di Pomigliano, in particolare, si dovrà attendere il dato delle vendite relativo al mese di giugno.

I sindacati, intanto, hanno chiesto al Governo di varare dei provvedimenti che possano rilanciare la domanda nazionale, e di conseguenza far ripartire la produzione, alla stregua di iniziative analoghe che sono state già prese in Francia e in Germania, per evitare che la produzione italiana venga ulteriormente penalizzata dopo la crisi dovuta al coronavirus.

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