Feltri in tv contro Napoli: “Meridionali inferiori”. Per lui scatta la denuncia
Denunce, esposti, reazioni politiche di ogni segno e polemiche contro Mediaset che lo ospita quotidianamente in tv. La sortita di Vittorio Feltri contro il meridione ieri a Rete 4 nel programma di Mario Giordano ha scatenato il solito vespaio, ma stavolta, vista la gravità dell'affermazione sull'inferiorità dei meridionali rispetto al resto d'Italia, l'ex direttore del Giornale di Berlusconi e di Libero, rischia anche azioni giudiziarie. "A chi non ce la fa proprio a non parlare contro Napoli e il Sud" il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, riferendosi chiaramente al giornalista Vittorio Feltri dedica una celebre canzone di Pino Daniele, Je so' pazzo. Con chiosa finale: "ma in particolare voglio dedicare loro la fine di quella canzone. Con l'orgoglio di sentirmi italiano. ‘Je so' pazzo, je so' pazzo. Nun nce scassate ‘o cazzo!".
Questi i fatti: ieri, martedì 21 aprile, nella trasmissione televisiva Fuori dal Coro di Mario Giordano in onda sul canale Rete 4 di Mediaset, l'ex direttore del Giornale, oggi direttore editoriale (non responsabile) di Libero, Vittorio Feltri difendendo la Lombardia e discutendo della gestione dell'epidemia di Covid affermava: «Non credo ai complessi di inferiorità, credo che in molti casi i meridionali siano inferiori». Giordano, il conduttore, si è timidamente dissociato, ma il danno era ormai fatto e si sono scatenate inevitabilmente polemiche social, tant'è che Giordano – a quanto si apprende -starebbe pensando ad una sorta di ‘puntata riparatoria'. "Sarò sempre contento di ospitare Feltri e di lasciarlo libero di dire ciò che crede, ma non condivido il suo pensiero sui meridionali. È lontano anni luce da ciò che penso" commenta su Twitter Mario Giordano.
Vittorio Feltri, bergamasco, 76 anni, 4 figli (uno è il noto e brillante editorialista della Stampa Mattia Feltri), iscritto all'Elenco dei professionisti della Lombardia dal 1969, nel corso degli ultimi anni è sempre più spesso balzato agli onori della cronaca sia per le sue violente prese di posizione su Twitter contro chiunque, sia per le sue sortite televisive che per i suoi editoriali spesso al limite dell'hate speech.
Danno d'immagine alla categoria dei giornalisti
Ieri sera, a caldo, il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Verna ha scritto al sindaco partenopeo per scusarsi delle affermazioni del giornalista. Ricordando il film di Luciano De Crescenzo ‘Cosi' parlo' Bellavista', il vertice dei giornalisti rimanda all'incontro in ascensore fra il professore Gennaro Bellavista ed il lombardo dottor Cazzaniga e alla "coesistenza obbligata nel buio e nel silenzio del napoletano e del milanese che si guardavano con sospetto e che all'improvviso incontrandosi scoprirono reciprocamente un filo umano che li univa molto più resistente degli stereotipi divisivi, facendo scoccare la scintilla dell'amicizia".
Passata la notte, viste le polemiche infuocate, i vertici dell'Odg prendono posizione in maniera più decisa annunciando di aver tempestivamente relazionato l'Agcom, autorità garante delle Comunicazioni. Perché Agcom? Perché monitora i casi di hate speech". Inoltre i conduttori delle trasmissioni, fa sapere Verna, saranno "deferiti ai consigli di disciplina qualora non si dissocino fermamente come la Carta dei doveri dei giornalisti esige". Poi, arriva la notizia: il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti "darà mandato a un legale" per "valutare i possibili danni all"immagine dell'intera categoria dei giornalisti italiani".
Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania prontamente rilancia: "Ringrazio il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, che ha prontamente inviato al Consiglio di disciplina territoriale il mio esposto con il video che contiene le ultime gravissime dichiarazioni di Feltri contro 6 milioni di cittadini della Campania".
Flavia Sorrentino, che segue per conto dell'amministrazione comunale lo sportello Difendi la città (quello che all'ombra del Vesuvio con un fortunato neologismo si definisce ‘sputtanapoli‘) sta valutando azioni legali a tutela dei napoletani.
"Cosa dice di Feltri chi lo candidò al Quirinale?" – se lo chiede il Senatore del PD Gianni Pittella. "Il 28 gennaio del 2015 Matteo Salvini e Giorgia Meloni candidarono Vittorio Feltri al Quirinale come successore del Presidente Giorgio Napolitano. Erano già molti anni che Feltri contrassegnava il suo giornalismo e le sue uscite pubbliche con dichiarazioni vergognosamente razziste e omofobe". Stanislao Lanzotti, capogruppo e coordinatore cittadino di Forza Italia di Napoli, chiede: "Mi aspetto adesso che Mediaset prenda ufficialmente le distanze, predisponendo anche un periodo di stop alle sue ospitate televisive".
Azione giudiziaria civile e penale
Poi arrivano le stoccate legali. Lo scrittore Maurizio De Giovanni e il senatore Sandro Ruotolo hanno conferito mandato all'avvocato Francesco Barra Caracciolo di promuovere ogni azione giudiziaria sia in sede civile che penale (con riferimento alla Legge Mancino n. 122/1993 che punisce le manifestazioni di odio anche verbale nei confronti delle persone) a tutela dei diritti fondamentali delle persone della Campania e del Meridione d'Italia gravemente lesi dal giornalista Vittorio Feltri nel corso della trasmissione televisiva di Rete4 del 21 aprile 2020, condotta da Mario Giordano. Sia De Giovanni che Ruotolo nel corso degli anni sono intevenuti più volte chiedendo sia alla categoria dei giornalisti che alla società civile che alla giustizia prese di posizione contro le esternazioni dell'anziano giornalista lombardo.
Feltri fa retromarcia: parlavo di economia
Nel pomeriggio, dopo una bufera social, l'ex direttore del Giornale di Berlusconi scrive sul suo frequentatissimo account Twitter, nel tentativo di smorzare: "Mi pare del tutto evidente che il Sud e la sua gente siano economicamente inferiori rispetto al Nord. Chi non lo riconosce è in malafede. L’antropologia non c’entra con il portafogli. Noto ancora una volta che le mie affermazioni vengono strumentalizzate in modo indegno".