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Il figlio incendia i cassonetti, ma la madre è preoccupata di altro: “Mettiti la maglietta”

Una vicenda al limite dell’assurdo: durante la ‘guerriglia’ dei cippi di Sant’Antonio Abate a Napoli, mentre un ragazzino incendia un cassonetto si sente la voce della madre che è evidentemente preoccupata sì, ma non del reato. È preoccupata che non prenda freddo e gli impone di indossare la maglietta.
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«Uè! T'hê a mettere a maglietta, mmo' mmo'!». La raccomandazione è quella tipica della mamma napoletana: devi subito indossare la maglietta (spesso è la cosiddetta ‘maglia della salute'). Solo che questa frase, pronunciata – anzi urlata – da una mamma partenopea, in strada, stavolta ha ben poco a che fare con la legittima preoccupazione di un genitore. Anzi, visto il contesto in cui è pronunciata, appare assolutamente fuori luogo. La mamma in questione, infatti, urla mentre il ragazzino, poco più che 13-14enne, sta incendiando un cassonetto in strada.

Il fatto è avvenuto a Napoli, nella centralissima via Salvator Rosa, all'incrocio con via Matteo Renato Imbriani e via Santa Monica, una delle zone in cui, il 17 gennaio, i cosiddetti "Cippi" di Sant'Antonio, si trasformano in veri e propri scontri con le forze dell'ordine. Le immagini dell'agenzia di stampa SìComunicazione non lasciano scampo ad equivoci: mentre il ragazzo, insieme ad altri, mette a ferro e fuoco quella zona di città, la signora è evidentemente preoccupata di tutt'altro. Forse del freddo o del fatto che il fuoco gli possa bruciare la pelle. Sicuramente non del fatto che stia commettendo un reato.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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