Finto compost ad Acerra, l’inchiesta di Fanpage.it finisce in Parlamento: “Intervenire subito”
Non si sono fatte attendere le reazioni dopo la pubblicazione della video inchiesta di Fanpage.it sullo sversamento di compost nelle campagna di Acerra, alle porte di Napoli, contenente rifiuti triturati. Le immagini mostrate da Fanpage.it, con l'aiuto degli attivisti dei comitati della zona, mostrano come all'interno del terriccio che dovrebbe essere un fertilizzante di qualità, ci sono plastiche, metalli, vetro e altri rifiuti. Il Movimento 5 Stelle è intervenuto in parlamento chiedendo un immediato accertamento della qualità del compost prodotto dagli impianti della zona. Stessa presa di posizione anche da parte dei consiglieri regionale grillini che chiedono con un'ordine del giorno presentato al consiglio regionale della Campania di intervenire immediatamente con i controlli. Sui fatti intanto si è attivato il Ministero dell'Ambiente guidato da Sergio Costa, mentre i carabinieri forestali hanno avviato le indagini.
Il caso in parlamento: "Costa intervenga con urgenza"
Alla Camera dei deputati, nella seduta di ieri 30 luglio, è intervenuto sugli sversamenti di Acerra il deputato campano Antonio Del Monaco. "L'inchiesta pubblicata da Fanpage.it con un video è davvero di quelle scioccanti – spiega il deputato in aula – il falso fertilizzante scaricato ad Acerra nelle zone di Masseria Calabricito e Lenza Schiavone è risultato zeppo di plastiche e i terreni sono stati poi coltivati qualche giorno dopo. Si tratta di veleni, di un'operazione di scarico fuorilegge di materiale nocivo per la salute di tutti".
Del Monaco si rivolge direttamente al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa: "Mi rivolgo al Ministro Costa affinché attivi immediatamente delle verifiche urgenti sugli impianti di produzione di compost in Campania, al fine di evitare la contaminazione di un territorio più volte oggetto di scarichi pericolosi". La posizione di Del Monaco espressa in parlamento, è quella maturata dall'intero gruppo grillino, che come è noto, ha molti esponenti campani tra le sue fila. Proprio la zona di Masseria Calabricito, dove è stato sversato il presunto compost zeppo di plastiche, è stata interessata in passato da uno dei più importanti disastri ambientali della provincia di Napoli.
La storia è racchiusa nel processo ai fratelli Pellini di Acerra, imprenditori del territorio, che sono stati condannati a 7 anni per lo sversamento di finto compost sui terreni agricoli che conteneva rifiuti pericolosi, ed a cui il tribunale ha deciso la confisca dei beni. Nonostante la confisca di 220 milioni di euro, i fratelli Pellini furono scarcerati dopo pochi mesi di carcere a causa dell'indulto e delle riduzioni di pena.
In buona sostanza lo stesso disegno criminale a cui assistiamo oggi e che è stato mostrato da Fanpage.it. Dal Ministero dell'Ambiente guidato dal generale Sergio Costa fanno sapere che il ministro è attivissimo sul tema. A via Cristoforo Colombo stanno valutando tutte le procedure da attivare per accertare immediatamente le responsabilità del caso.
I consiglieri regionali: "De Luca si impegni a fare chiarezza"
Al consiglio regionale della Campania i consiglieri del Movimento 5 Stelle chiedono a tutti gli organi di controllo regionale di accertare nel più breve tempo possibile le responsabilità dei fatti denunciati da Fanpage.it. Con un ordine del giorno presentato al consiglio si chiede alla giunta di Vincenzo De Luca attivare verifiche urgenti sul compost prodotto dagli impianti attualmente attivi in Campania.
"È paradossale che fatti come questi emergano in una regione nella quale era stata annunciata un’autentica rivoluzione nella gestione del ciclo dei rifiuti, soprattutto in termini di trattamento della frazione organica”. E’ quanto denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione, membro della commissione ambiente della Regione Campania e da sempre attento alle vicende della terra dei fuochi.
"L'ultima videoinchiesta di Fanpage, relativa al presunto scarico di compost farlocco nelle campagne di Acerra, accende i riflettori, ancora una volta, sul problema del corretto funzionamento degli impianti che lavorano i rifiuti in Campania – scrive Viglione in una nota – l'obiettivo del nostro ordine del giorno è accertare che non via siano irregolarità sulle percentuali di impurità, come quelle che portarono negli anni scorsi al sequestro dell’impianto di compostaggio di Salerno". Sullo sversamento di Acerra indagano intanto i carabinieri forestali che sono stati allertati dagli attivisti del territorio ed a cui sono state consegnate le immagini di Fanpage.it.
Impianti necessari ma serve una stretta sui controlli
È necessario specificare che il compost, di per se, non è un elemento inquinante. Derivato dal trattamento della frazione organica dei rifiuti, gli impianti di compostaggio permettono di smaltire questa frazione in totale sicurezza, attraverso un trattamento della materia fatta con batteri e agenti non inquinanti. Il compost, di qualità e controllato, è un ottimo fertilizzante per i terreni e gli impianti di produzione del compost non hanno un impatto ambientale nefasto. Il problema, emerso nelle inchieste di Fanpage.it al Nord, con l'impianto di Este, come al Sud con gli scarichi di Acerra, è quello del controllo della produzione.
Il disegno criminale di mischiare insieme alla frazione organica dei rifiuti anche le plastiche, i metalli, i fanghi e ogni tipo rifiuto, ha lo scopo di truffare sia chi conferisce all'impianto il rifiuto e sia a chi lo riceve come fertilizzante. Un compost altamente impuro, quindi con la presenza fuori dalle norme di legge di rifiuti diversi dalla frazione organica, è inquinante e avvelena i terreni. Gli impianti di proprietà pubblica in Campania sono ancora troppo pochi, nonostante gli annunci della Regione Campania con centinaia di milioni di euro stanziati.
La lentezza delle procedure e talvolta dei Comuni che devono realizzarli pesa come un macigno. Ed intanto la frazione organica viene smaltita fuori regione ad un costo che sfiora le 300 euro a tonnellata. Fare gli impianti di compostaggio in Campania è una necessità. Il rischio da scongiurare è che diventino terreno di conquista per le ecomafie e quello che è avvenuto ad Acerra è un segnale pericolosissimo che dimostra come la questione vada affrontata subito e senza indugi.