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Follia nel carcere di Poggioreale: aggrediti quattro poliziotti

Quattro agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Tutti e quattro hanno avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche, anche se hanno riportato ferite non gravi, A rendere noto quanto accaduto è il Sappe, il sindacato, che lamenta i problemi di sovraffollamento di Poggioreale, dove ci sarebbero 800 detenuti oltre la soglia prevista.
A cura di Valerio Papadia
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Attimi di follia, nella giornata di ieri, martedì 28 agosto, nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Quattro agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale partenopea sono stati aggrediti da alcuni detenuti. A rendere noto l'accaduto è il Sappe, il Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, che dichiara come tutti e quattro gli agenti abbiano avuto bisogno di ricorrere alle cure mediche in ospedale. La prima aggressione è avvenuta nel Reparto Napoli, dove un detenuto di origine africana ha aggredito con inaudita violenza tre agenti, colpendoli con pugni calci e morsi. Due agenti sono stati ricoverati al Cotugno per la prevenzione di patologie infettive da contagi biologici come Hiv ed epatite. L'altro episodio di violenza nel Reparto Roma dove un detenuto italiano ha aggredito un agente con una lametta, provocandogli ferite giudicate guaribili in 20 giorni.

Il Sappe denuncia il sovraffollamento di Poggioreale

Il Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria coglie l'occasione della denuncia delle aggressioni subite dagli agenti per porre l'attenzione sul sovraffollamento del carcere di Poggioreale, nel quale ci sarebbero 800 detenuti sopra la soglia massima. "Viviamo ormai una storia senza fine nel carcere più affollato d'Italia, con i suoi 2.200 detenuti che superano di circa 800 posti la soglia tollerabile a fronte di un organico di poliziotti sempre più ridotto causa dei tagli scellerati del precedente Governo. Il tutto ricade con conseguenze drammatiche sulla pelle ed esistenza delle donne ed uomini in divisa che lavorano in condizioni precarie e che devono gestire la disperazione umana che sempre più spesso esplode in pura violenza ed incredibili tensioni" ha commentato Donato Capece, segretario generale del Sappe.

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