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Forcella, celebrati i funerali di Maikol Giuseppe Russo, vittima della camorra

Si sono celebrati questa mattina nella chiesa dell’Annunziata, al rione Forcella di Napoli, i funerali di Maikol Giuseppe Russo, 27enne ucciso forse per errore dalla camorra la sera di San Silvestro.
A cura di Francesco Loiacono
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I funerali di Maikol Giuseppe Russo, 27enne ucciso dalla camorra la sera di San Silvestro, si sono celebrati in maniera pubblica questa mattina a Forcella, nel centro di Napoli. Molte le persone che hanno partecipato alle esequie, con striscioni disposti lungo la strada ad accompagnare il feretro del ragazzo, molto probabilmente ennesima vittima innocente della faida di camorra in corso nel capoluogo partenopeo. Secondo alcune ipotesi investigative sempre più insistenti, difatti, Maikol non era il vero bersaglio del commando che, lo scorso 31 dicembre, ha aperto il fuoco nella centralissima piazza Calenda a Forcella. Il 27enne sarebbe morto perché scambiato per Raffaele Giuliano, figlio del boss Salvatore.

Il parroco: "Vittima innocente"

Di vittima innocente ha parlato senza mezzi termini nell'omelia il parroco della chiesa dell'Annunziata, padre Gigi, che ha detto che gli abitanti di Forcella, "un rione popolato di gente santa", si sentono tutti in pericolo, ma ha esortato alla speranza: "Dobbiamo ai figli di Maikol, Antonio e Marco un futuro senza la paura che si possa uscire di casa la mattina e non fare ritorno la sera dai propri cari". Ai funerali hanno partecipato anche tutti gli altri parroci della zona.

De Magistris: "Ci saremo anche per Maikol"

"Ci saremo con discrezione anche in questo caso come ci siamo stati per Cesarano, per Galletta, per Bifolco. Tutti insieme istituzioni, parroci, associazioni dobbiamo dare segnali, punti di riferimento". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris dopo i funerali di Maikol. De Magistris ha reso noto che al termine della cerimonia funebre. "La nostra speranza – ha aggiunto de Magistris – è che i segnali che tutti noi stiamo lanciando siano raccolti da chi non ha ancora scelto per sempre il crimine. Il nostro lavoro deve essere convincere chi è sul confine che tra illegalità e legalità, quest'ultima conviene sempre sia come scelta di vita che da un punto di vista economico". Il Comune – come riferito dal sindaco – sarà presente "soprattutto qualora si dovesse dimostrare che ancora una volta crescono le vittime innocenti. Noi dobbiamo fare in modo che ci sia un'attenzione importante sia sul fronte della prevenzione che della repressione dei reati".

Le associazioni: "Fate presto"

"La piazza del 5 dicembre ha fatto alcune richieste precise al Governo che riguardavano scuola, sicurezza sociale e lavoro – scrivono le associazioni che lo scorso 5 dicembre hanno marciato per la legalità nel rione Sanità per la manifestazione Un popolo in Cammino – Dobbiamo però costatare che nulla è cambiato, anzi la situazione negli ultimi tempi sta peggiorando. Oltre le chiacchiere spese da Renzi negli ultimi giorni verso le sofferenze del sud e le parole di fine anno di Mattarella, non ci sembra però che siano state prese misure concrete di contrasto alle camorre. Sembra quasi che che il tema delle camorre sia un tema di serie B, buono da spolverare solo in campagna elettorale. Stamattina, al funerale del giovane, l’assenza delle istituzioni è stata lampante. Ci chiediamo chi deve rispondere ad una morte del genere. Dove è la Regione Campania? Dove sono i parlamentari di questa città? Forse pensano che  Maikol era uno tanti giovani napoletani che, pur di non cadere nelle tentazioni del malaffare e dei soldi facili, "arraggiava" come ambulante vendendo calzini, eppure, come sempre ormai succede, le ricostruzioni delle prime ore ne parlavano come l’ennesimo affiliato di camorra. I pregiudizi verso chi viene da zone difficili di questa città é proporzionale solo alla distanza tra la politica e le persone che vivono contesti disagiati, dove la cultura, il lavoro, e la dignità  sono solo un miraggio. Oggi siamo presenti al funerale di Maikol, non solo per portare solidarietà e vicinanza alla famiglia, ma perché poteva succedere ad ognuno di noi, perché la sua morte, come quella di Luigi Galletta, Genny Cesarano, e di tutte le vittime di camorra, siano ancor di più di sprone verso la Napoli che non si arrende. Noi siamo pronti al cambiamento, chiediamo alla classe politica di questo paese se lo è".

 

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