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Franceschini non può tacere sugli onesti della biblioteca Girolamini

Il ministro ai Beni Culturali intervenga e dia sicurezze ai tre lavoratori che con le loro denunce hanno consentito di fermare il saccheggio della storica biblioteca di via Duomo a Napoli.
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Il ministro Dario Franceschini ogni volta che viene a Napoli fa un annuncio. Annuncia la rinascita di Pompei (!); si appassiona allo storico cartello "rispettate i vostri monumenti" di piazza San Domenico. Poi però tra una dichiarazione ai giornalisti e una foto in posa si scorda che tre persone perbene, Mariarosaria Berardi, Piergianni Berardi, Bruno Caracciolo rischiano di restare senza un posto di lavoro. Certo, la mannaia dei tagli nell'epoca di Renzi colpisce orizzontalmente chiunque.

Ma queste tre persone, sono particolari. È grazie a loro che lo Stato e la magistratura hanno scoperto un clamoroso saccheggio, quello della storica biblioteca dei Girolamini di Napoli, violentata e depauperata da un direttore malvivente, condannato per questo alla galera. È in virtù di questo alto senso delle istituzioni che i tre sono stati insigniti del cavalierato della Repubblica da Giorgio Napolitano. E invece, cosa succede? Succede che la direttrice generale per le Biblioteche, Rosanna Rummo, chiede ufficialmente alla Direzione dei Beni Culturali della Campania se sia "davvero necessaria la prosecuzione della collaborazione" dei tre o se quanto meno sia "possibile una riduzione dell’orario". È questo il ringraziamento? È questa la modalità? Cosa si nasconde dietro la volontà di questi tagli così mirati? Franceschini che tanto parla e dice su Napoli, proprio ora non stia zitto.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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