Furti nelle case, presa banda di 11 ladri: suonavano il campanello prima dei colpi
Facevano il sopralluogo e, con una scusa, suonavano il campanello. La prima, la seconda volta: se nessuno rispondeva avevano la certezza che in casa non c'era nessuno e quindi si preparavano per il colpo per la notte successiva. Con questo modus operandi avevano organizzato 10 furti in abitazione, tra tentati e riusciti, tra Napoli, San Sebastiano al Vesuvio, Ercolano, Boscotrecase e Casoria. La banda, composta da dieci persone, è destinataria di una ordinanza di custodia cautelare che i carabinieri stanno eseguendo in queste ore; per 4 persone è stato disposto il carcere, per altri 4 gli arresti domiciliari e per 3 l'obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria.
La misura cautelare è arrivata in conclusione delle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Rosa Volpe e dal sostituto procuratore Sergio Amato dalla Procura della Repubblica di Napoli, è arrivata la misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Roberta Attena.
I componenti del gruppo individuati sono 11, tra cui 9 italiani, 1 romeno e un georgiano; sono gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati in abitazione. Le indagini sono partite nel dicembre 2015, quando ci fu un furto in una società di ormeggi di via Caracciolo dove erano custoditi i soldi che sarebbero serviti per le buste paga dei dipendenti: raid nella notte tra il 7 e l'8 dicembre, bottino da 250mila euro e personale rimasto senza stipendio.
Le indagini, avviate dai carabinieri della stazione di Chiaia, si erano concentrate su uno dei dipendenti, ritenuto legato alla banda e responsabile di aver dato la "soffiata" comunicando la presenza dei contanti.