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Gestori di hotel e pizzeria vendevano a professionisti della Napoli bene i Rolex rapinati

Le due bande di rapinarolex sgominate dalla Polizia di Stato a Napoli erano in contatto con il proprietario di una pizzeria e il gestore di un hotel che facevano da ricettatori; tra i clienti anche professionisti della Napoli bene. Fabbrocini, Capo della Mobile di Napoli: “La domanda di orologi rubati non arriva solo dalla malavita: ai criminali ci pensiamo noi, i cittadini ci aiutino per questa zona grigia”.
A cura di Nico Falco
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I rapinatori in cerca di vittime
I rapinatori in cerca di vittime

C'erano anche professionisti, persone che "apparentemente sono della parte buona della società", tra i clienti che acquistavano i Rolex rapinati dalle due bande smantellate oggi dalla Polizia di Stato. Le vendite avvenivano per lo più online, della ricettazione si occupavano due imprenditori: uno è il proprietario di una pizzeria dell'Arenaccia, l'altro è il gestore di un hotel di Fuorigrotta. Le indagini hanno ricostruito decine di rapine, avvenute a Napoli, aggredendo i turisti tra piazza Garibaldi, Posillipo, via Marina e via Caracciolo, ma c'erano anche le "batterie" che andavano in altre città, all'estero, in Spagna e in Grecia. La tecnica era la stessa: i pali controllavano la strada e adocchiavano le vittime, i rapinatori strappavano gli orologi, poi i ricettatori piazzavano la refurtiva a prezzi vantaggiosi.

L'ordinanza eseguita oggi dalla Squadra Mobile di Napoli è arrivata al termine delle indagini coordinate dalla Procura partenopea (pm Ludovica Giugni e il procuratore aggiunto Rosa Volpe); complessivamente sono state eseguite ventidue misure cautelari contro due gruppi di criminali, gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro il patrimonio, come rapine a mano armata, ricettazione e riciclaggio di orologi di valore.

Agli acquirenti gli orologi arrivavano con astucci e garanzie, come se fosse stata una vendita legale. C'era chi aveva creduto in buona fede in un affare, comprando sui siti specializzati e ritenendo si trattasse di orologi "di secondo polso", ma in molti casi chi compra conosce benissimo la provenienza della merce e sa che quello che sta per comprare è un orologio con tutta probabilità rubato o rapinato. O, almeno, si domanda com'è possibile pagare 20mila euro un orologio che sul mercato ne vale 100mila. Perché, per reati di questo tipo, non ci sarebbe una così forte offerta se non ci fosse una altrettanto pressante domanda, e quest'ultima non può provenire esclusivamente dalla malavita.

"Per indagini del genere – spiega a Fanpage.it Alfredo Fabbrocini, dirigente della Squadra Mobile di Napoli – possiamo credere che molti acquirenti siano in buona fede, ma è anche vero che qualcuno decide di acquistare anche sapendo che dietro un prezzo così basso c'è qualcosa che non torna. Se trovo un orologio di lusso offerto a prezzi stracciati devo farmi qualche domanda. Non posso fare finta di niente e acquistarlo ugualmente. Dobbiamo pensare che in questo momento a Napoli, ma anche in altre città, c'è qualcuno che gira tranquillamente tenendo al polso un orologio che magari non è costato la vita al proprietario, ma qualche minuto di terrore sì. Ai criminali ci pensiamo noi – conclude, con un appello ai cittadini – ma per la zona grigia ci dovete aiutare voi".

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