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Covid 19

Gianfranco, contagiato dal virus, muore a 48 anni nel giorno di Pasqua, lutto ad Angri

Non ce l’ha fatta Gianfranco Campolo, il commercialista di Angri contagiato circa un mese fa, primo positivo di Angri (Salerno): è morto nel giorno di Pasqua. Vedovo da un anno, lascia una figlia minorenne. Il Sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Il ricordo degli scout: “Sarai esempio per tua figlia”.
A cura di Nico Falco
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Gianfranco Campolo e la moglie Barbara, scomparsa un anno fa
Gianfranco Campolo e la moglie Barbara, scomparsa un anno fa
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É morto nel giorno di Pasqua il commercialista Gianfranco Campolo, primo risultato positivo al coronavirus ad Angri (Salerno). Era stato sottoposto al test circa un mese fa, dopo i primi accertamenti all'ospedale Umberto I di Nola era stato ricoverato al Ruggi d'Aragona di Salerno, dove negli ultimi giorni era in Terapia Intensiva; quarantotto anni, aveva perso la moglie, Barbara, un anno fa. Comunicando la notizia del decesso, il sindaco di Angri, Cosimo Ferraioli, aveva rivolto ai suoi concittadini l'appello per rimarcare quanto, in questi giorni, sia ancora più necessario evitare assembramenti ed attenersi alle misure di contenimento per contrastare la diffusione del contagio.

Il primo cittadino ha proclamato lutto cittadino per ieri, 13 aprile, porgendo le condoglianze e manifestando vicinanza alla figlia minorenne del commercialista, che in un anno ha perso entrambi i genitori. Il gruppo Angri 2 dell'Associazione Guide e Scout cattolici italiani, di cui il commercialista aveva fatto parte, ha diffuso una lettera aperta per ricordare Gianfranco Campolo. Ecco il testo:

Carissimo Gianfranco, ci hai lasciato nel giorno di Pasqua! Un giorno che, a memoria d’uomo, sarà ricordato come la Pasqua del coronavirus. Nel futuro, forse, sarai associato a questa solennità, non con la tua identità ma, come prima vittima di questo inatteso e immane flagello. Noi, oggi, ti vogliamo ricordare quale cittadino di questa amata Angri, con la tua storia, dove, la conoscenza ci abilita non all’esagerazione ma a renderti dovuta testimonianza. Lo facciamo perché la tristezza di questo morire in tempo di Covid-19 ti ha privato, prima, dell’aver accanto a te, tua figlia Alessia a darti sostegno nella lotta e, conforto di una carezza nell’ora buia del tuo morire. Per l’estremo saluto sei stato privato anche della presenza delle persone a te care, dei parenti, degli amici, della numerosa schiera di coetanei di tua figlia Alessia. Una presenza che resta pur sempre il più comprensibile linguaggio umano all’indescrivibile dolore. Hai potuto avere solo una ristrettissima presenza familiare ed una mano benedicente del sacerdote, che ti hanno accompagnato all’immediatezza del seppellimento, avvenuto nell’ancora luce di Pasqua. Che indescrivibile tristezza!

A questa, stamane, si unisce l’unanime dolore della nostra Città, chiusa per il decretato lutto cittadino, per consegnarti l’addio di un intero popolo. È questo silente dolore che interpella con l’antica e sempre attuale domanda: perché? È un dolore che sale al cielo con lo stesso grido del Cristo, morente sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». È un dolore che si apre alla nostra preghiera, caro Gianfranco, nella fedeltà al tuo credo religioso, della cui testimonianza noi Scout, avendoti avuto con noi, siamo testimoni.

Caro Gianfranco, con la presente intendiamo consegnare ai molti che ti conoscono i valori umani, sociali e religiosi che hanno vestito il tuo vivere. Il garbo relazionale con tutti, accompagnato dalla dolcezza di un «contagioso» sorriso, la disponibilità nel renderti utile, valori acquisiti nella tua stagione formativa scout, l’hai trasferiti nella quotidianità. La tenacia nel perseguire mete professionali e sogni giovanili l’hai concretizzata nel titolo accademico e nel matrimonio con Barbara. Un’armonia familiare, allietata dalla nascita di Alessia. Un’armonia che, pur privata dall’improvvisa morte di Barbara lo scorso anno, ha aperto il dolore alla promozione di attività per la conoscenza di malattie rare, unitamente al nascosto sostegno in merito. Un dolore non chiuso in sé, ma aperto alla solidarietà; una lezione che non dimenticheremo. Per queste ragioni, espresse nei valori indicati, la Comunità Capi del Gruppo Scout Angri 2 consegna la presente al popolo di Angri perché lo ricordi come un ragazzo solare, buono, sorridente unitamente alla sua indiscussa professionalità. Come Capi educatori Scout, affidiamo la presente ad Alessia, nostra Scout, per dirle di essere fiera di aver avuto un padre e una madre, esempio di bontà, onestà, amorevolezza, religiosità, valori per i quali, dolore e amore, s’illuminano di luce e di eternità.

Le tue lacrime, cara Alessia, sono anche le nostre che, non hanno pretese di asciugarle, se non di farti arrivare la nostra silenziosa ed orante vicinanza, in un abbraccio di tutto il Gruppo Scout. Carissimo Gianfranco, il morire nel giorno di Pasqua, dopo il tuo lungo Venerdì Santo, sul fondamento della tua e nostra fede cristiana è: essere nella luce del Risorto. Addio!

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