Giovani ucraine sequestrate e costrette a prostituirsi: arrestati i due sfruttatori
Erano arrivate in Italia con la speranza di un lavoro, e si sono invece trovate costrette a prostituirsi. Sfortunate protagoniste dell'episodio due ragazze ucraine di 19 e 22 anni, illuse da un annuncio su un social network. L'uomo che aveva promesso loro un lavoro, un 36enne albanese, al loro arrivo in Italia le aveva portate a casa di una donna ucraina di 37 anni, nel Casertano, che le aveva avviate sulla strada della prostituzione. Professione che le due giovani donne erano costrette a svolgere, anche dietro minacce e, in molti casi, percosse. Le due ragazze erano sempre guardate a vista e avevano l'obbligo di avere solo rapporti sessuali con clienti italiani a 20 euro a prestazione.
Le due sono riuscite a fuggire
Lo scorso primo novembre sono finalmente riuscite a eludere la sorveglianza e a fuggire. Hanno raggiunto prima Volla, poi Napoli, dove si sono rivolte al Consolato ucraino. Le autorità di Kiev hanno avvisato la polizia, che ha fatto partire un'operazione culminata lo scorso martedì con l'individuazione dell'abitazione dove erano sequestrate le ragazze, a Villa di Briano (Caserta) e con l'arresto dei due sfruttatori. Per entrambi le accuse sono di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona, mentre solo il 36enne albanese dovrà rispondere anche di violenza sessuale e percosse. Le indagini sono state condotte dagli agenti dei commissariati di Poggioreale e Vasto-Arenaccia.