La triste storia di Giovanni Ianuale, da compagno di squadra di Diego Armando Maradona nel Napoli a cinquantunenne in fila per il reddito di cittadinanza. Un nome, il suo, lontano dalle cronache calcistiche: da giovane promessa azzurra a calciatore di Serie C, una carriera semplice come per la stragrande maggioranza di calciatori, soprattutto quelli a cavallo degli anni Novanta. E che oggi si trovano a fare i conti, molto spesso, con forti difficoltà economiche.
Lui, originario di Castello di Cisterna come lo sono altri due ex-calciatori molto noti ai più come Vincenzo Montella e Nicola Caccia (il primo bomber di Sampdoria e Roma ed oggi allenatore, il secondo centravanti del Napoli), non riuscì a sfondare. Nel 1987, giovanissimo, era nella rosa del Napoli di Ottavo Bianchi guidata da Maradona e vincitrice dello scudetto. Poi, tanta gavetta in giro per l'Italia: Olbia, Andria, Arezzo, Atletico Catania, Matera e, soprattutto, il Benevento, dove poi nel 1997 chiuse la carriera. Poche soddisfazioni calcistiche in passato, ed un futuro ancora più incerto oggi. Il 6 marzo, giorno dell'inizio delle pratiche per il reddito di cittadinanza era lì, a Pomigliano d'Arco, numero 18 della fila. Investimenti sbagliati e qualche passo falso, ha spiegato Ianuale, ed ora un reddito che nel 2017 non arrivava a settemila euro, poco meno di seicento euro al mese, frutto di lavori saltuari come commesso in un'agenzia di scommesse prima e come aiuto cuoco poi. E dunque anche per lui, come tanti altri, la speranza è un reddito di cittadinanza che lo aiuti ad avere un po' di tranquillità.