Giugliano, uomo rapisce suo figlio in una casa famiglia
Un vero e proprio blitz, un'irruzione in piena regola in una casa famiglia che ospita bambini a Cassino, in provincia di Frosinone, nel Lazio. E'accaduto la sera del primo agosto scorso. Due persone hanno suonato al campanello della struttura e la porta gli è stata erroneamente aperta. I due, a volto coperto, hanno intimato al personale di non allarmarsi e di non opporre resistenza e, mentre uno dei due minacciava i dipendenti con un coltello, l'altro chiamava per nome uno dei bambini. Una volta che il bambino si presenta al suo cospetto, l'uomo lo prende e scappa via insieme a lui e al complice. Una delle dipendenti, nonostante il volto coperto, è sicura che uno dei due uomini fosse il padre del bambino.
Il Tribunale dei Minori aveva affidato il piccolo, 7 anni, di etnia rom e la sorella maggiore di 16 anni proprio alla casa famiglia di Cassino. Dopo il rapimento, le operatrici dell'istituto avevano contattato telefonicamente il padre, che aveva anche risposto, promettendo di riaccompagnarlo l'indomani, ma facendo invece perdere ogni traccia. L'uomo abitava nell'insediamento rom di Giugliano, in provincia di Napoli, ed è proprio lì che, dopo la denuncia dei Carabinieri di Cassino, i colleghi di Giugliano hanno cominciato le ricerche. L'ispezione del campo, prima sito in località Masseria del Pozzo e poi trasferito in una fabbrica di fuochi d'artificio in disuso in via San Francesco a Patria, non ha dato alcun risultato. Anche i militari dell'Arma della Capitale hanno avviato le ricerche, anche in questo caso infruttuose. Le indagini continuano per ritrovare il bambino e assicurare il padre, accusato di sottrazione di minore, alla giustizia.