Giuliano, il nuovo questore di Napoli, si presenta: “Fare il proprio dovere a ogni costo”
Primo giorno da Questore di Napoli per Alessandro Giuliano, che questa mattina, 1 giugno, si è insediato sulla poltrona di numero uno di via Medina. Quella da lui concepita è una questura "aperta", che possa essere come una seconda casa per i cittadini e che non sia slegata dal territorio; anzi, che ne faccia pienamente parte, coi poliziotti che sono in strada, oltre che per la gente, anche tra la gente, per cogliere gli aspetti più problematici e lavorare su quelli. Ascoltare i territorio e fornire le risposte adeguate. Come succede per la questione sicurezza, col divario tra i reati effettivi e la percezione generale di sicurezza nei cittadini: "ci interessa quello che la cittadinanza percepisce – ha detto Giuliano – quando c'è una problematica non possiamo limitarci a evidenziare che il numero di reati è calato".
Sulla situazione di Napoli, Giuliano ha ricordato il valore degli investigatori che da anni lavorano in città e ha ribadito che l'impegno l'impegno deve essere collettivo. Come è stato, ha ricordato, negli ultimi anni: i più importanti risultati investigativi sono arrivati grazie alla sinergia che ha visto lavorare fianco a fianco Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Anche se "la criminalità mafiosa non può essere risolta con ricette e formule semplici, abbiamo i piedi per terra. È un tema complesso da affrontare in maniera seria, con il lavoro. Si deve lavorare come è stato fatto fino ad ora. Serve un impegno collettivo e corale contro la criminalità, su questo ci saremo sempre". E l'impegno deve esserci a tutti i livelli, non solo da parte delle forze dell'ordine, ma è un progetto in cui ognuno deve fare la propria parte. "Ci vuole un grande impegno di tutti – ha sottolineato – delle istituzioni, delle città, delle municipalità, degli enti locali, di ogni realtà laica, religiosa, di chiunque possa continuare ad affrontare sotto un profilo multidisciplinare un tema così complesso".
Come premessa, il nuovo Questore si è detto "davvero onorato" e ha voluto ringraziare "il capo della polizia, Franco Gabrielli, che ha ritenuto io possa essere adatto a ricoprire questo incarico" e "il mio predecessore, Antonio De Iesu: lo conosco da tempo, è un onore e un fardello essere il suo successore". Sul padre, Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso da Cosa Nostra, poche parole. È un argomento di cui non ama parlare. Ma, quando gli ricordano di una delle rare interviste in cui ha parlato dei suoi insegnamenti, ovvero che si può essere poliziotti e uomini e di fare il proprio dovere fino in fondo, conferma: "un poliziotto deve essere ogni giorno calato nella realtà che lo circonda e deve essere tra le persone. A qualunque costo".