Giustiziato e dato alle fiamme nel Napoletano: era il genero del boss
È di Antimo Chiariello il corpo trovato carbonizzato nel Napoletano nella giornata di giovedì. Il cadavere, a prima vista irriconoscibile, è stato identificato dai Carabinieri di Casoria, dopo il macabro ritrovamento avvenuto all'uscita dell'Asse Mediano, all'altezza del comune di Grumo Nevano. Sono bastate poche ore per decifrare il contesto in cui è avvenuto il crimine. Messo in atto come un'esecuzione, l'omicidio di Chiariello, si inscrive all'interno di una faida di camorra in atto nei comuni dell'hinterland napoletano tra Melito, Arzano, Caivano, Grumo Nevano, Giugliano Afragola, Casoria, Crispano e Cardito.
A far cadere ogni dubbio sull'agguato di stampo camorristico è anche l'identità della vittima: Antimo Chiariello è il genero del boss di Sant'Antimo Mario Verde. La stessa zona dell'hinterland, fu scenario, solo due anni fa nel febbraio del 2014 di quattro omicidi avvenuti nelle stesse modalità. Le vittime – due delle quali ritenute appartenenti al clan Cennamo – furono trovate tra Grumo Nevano, Caivano e Giugliano. Nel luglio dello stesso anno, una raffica di arresti smantellò il clan Moccia di Afragola, già in via di decadenza. All'epoca fu una scissione tra le varie consorterie criminali a dare la stura alla all'esplosione di violenza.