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Studenti di Caserta obbligati a marciare contro l’aborto (con la scusa di Madre Teresa)

Con una circolare la preside di un istituto di Caserta ha invitato i suoi alunni a presenziare ad una manifestazione “che si inserisce nell’ambito di iniziative per ricordare Madre Teresa di Calcutta”. In realtà si tratta di un corteo antiabortista.
A cura di En.Ta.
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Una scuola di Caserta chiede ad alcuni suoi studenti di partecipare alla "Marcia per la Vita", un corteo, si legge nella circolare della preside, "che si inserisce nell'ambito di iniziative per ricordare Madre Teresa di Calcutta". Chi non partecipa, dovrà portare la giustificazione il giorno dopo. In realtà nella lettera della dirigente scolastica non si dice che la manifestazione, organizzata in contemporanea a Caserta e a Milano, è in realtà una marcia antiabortista e si chiama "NO194 per l’abrogazione referendaria della legge 194". Otto classi sono invitate dalla preside, la professoressa Antonietta Tarantino, a recarsi alle 9 e 30 in piazza Vanvitelli dove troveranno il docente a loro assegnato che prenderà le presenze. La circolare, dopo le polemiche sollevate da alcuni genitori e movimenti della città di Caserta, è stata poi revocata  "per motivi organizzativi interni".

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"Ciò che sconcerta maggiormente l'edizione di quest'anno a Caserta la partecipazione forzata ed obbligatoria degli studenti e delle studentesse a questa marcia, si legge su i loro organi di informazione che parteciperanno gli studenti del liceo classico Giannone, del liceo scientifico Diaz, dell'istituto Ferraris, il Foscolo di Teano e il Galilei di Sparanise, oltre ad altre non meglio precisate scuole dal resto della regione", si legge in un duro comunicato scritto da alcune associazioni di Caserta.

"Chiediamo all'Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale che siano analizzate le modalità di partecipazione a questa funzione religiosa in orario scolastico, checchè se ne dica, pienamente una funzione religiosa, perché riguarda solo probabili principi e valori di una singola religione e non puà la scuola pubblica portare i suoi alunni a questo indottrinamento", si legge ancora.

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