Guerre di Camorra, nove arresti a Napoli tra i clan Mazzarella e Rinaldi
NAPOLI – Nove arresti questa mattina a Napoli: i carabinieri hanno dato esecuzione a nove ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettante persone, tutte indiziate per omicidio e tentato omicidio aggravati da metodo e finalità mafiose. Le ordinanze sono state emesse dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea al termine di un lungo lavoro di indagini.
Tra i nove arrestati ci sono anche esponenti di spicco dei clan Mazzarella e Rinaldi, in lotta tra loro per il controllo del territorio, e Luigi Esposito, detto "o' sciamarro" (in napoletano, letteralmente, il piccone). Le indagini che hanno portato all'esecuzione di queste nove ordinanze di custodia cautelare in carcere hanno permesso agli inquirenti di ricostruire dinamiche e modalità dell'omicidio di Vincenzo De Bernardo, avvenuto l'11 novembre del 2015 e del tentato omicidio di Antonio Amato, avvenuto invece il 7 settembre 2017.
L'omicidio del "ras" Vincenzo De Bernardo
Proprio le indagini hanno permesso agli inquirenti di delineare il quadro criminale che si era acutizzato nel 2015, quando nell'area compresa tra Somma Vesuviana e Marigliano era scoppiata la faida tra il clan Mazzarella ed un gruppo locale alleato con il clan Rinaldi e definito "i Paesani". E proprio in quest'ottica avvenne l'omicidio del pregiudicato Vincenzo De Bernardo, detto "o' pisello", che venne freddato sotto casa sua, al Parco Fiordaliso di Somma Vesuviana, a colpi di arma di fuoco. L'uomo, all'epoca quarantaseienne ed originario di Forcella, risiedeva da anni nella provincia partenopea ed era ritenuto dagli inquirenti essere un "ras" della droga vicino al clan Mazzarella. Dopo dodici anni di galera alle spalle, stava scontando una pena presso i servizi sociali a cui era stato affidato in prova.
La vendetta: il tentato omicidio di Antonio Amato
Diverso invece il tentato omicidio di Antonio Amato: l'uomo era stato ritenuto (erroneamente) coinvolto nell'omicidio di De Bernardo, e per questo ne fu ordinata l'esecuzione da parte del clan rivale. Amata si trovava all'interno della sua automobile con il figlio di tre anni: fu lì, mentre stava parcheggiando sotto casa, che i sicari lo raggiunsero. Pur colpito, l'uomo era riuscito a scappare e nascondersi, nonostante una ferita alla gamba, dietro alcune auto in sosta.
Sequestrate anche armi e droga
Ritrovato nel corso degli arresti di oggi anche un vero e proprio arsenale di armi, tra cui una mitraglietta modello Mp5, di quello in uso comunemente ai reparti speciale delle forze dell'ordine, nonché quattro semiautomatiche ed un revolver. L'arsenale era nascosto in un appartamento di Somma Vesuviana ritenuto essere una "base" dei Mazzarella: all'interno anche 880 grammi di cocaina, 710 di hashish e 10 di marijuana.