Haruto: il re della pizza napoletana in Giappone ha 75 anni

Dove mangiare una pizza napoletana doc, con mozzarella campana e i pomodorini coltivati all'ombra del Vesuvio? A Tokyo. Proprio nel cuore della città orientale sorge la pizzeria del lungimirante imprenditore nipponico Haruto Hashizume San, 75 primavere, esperto pizzaiolo, che 17 anni fa ha puntato sul prodotto simbolo di Napoli nel mondo. Haruto è stato nominato proprio oggi fiduciario per Tokio e la regione Kanto dell'Associazione verace pizza napoletana (Avpn) i cui dirigenti gli hanno consegnato la targa in occasione della convention annuale. Per il suo locale "La piccola tavola", che ha richiesto uno sforzo di investimento di circa 300mila, Haruto ha scelto di pizzaioli partenopei.
A impastare la margherita della "Piccola tavola" è infatti il napoletano Simone Sarnacchiaro, 25 anni. Oltre alla maestria di Sarnacchiaro, a rendere speciale la pizza preparata nella capitale nipponica, ci sono gli ingredienti – tutti di certificata origine campana – il forno a legna e l'applicazione scrupolosa, da parte dei maestri pizzaioli, del "disciplinare". A riscaldare l'ambiente, inoltre, la cortesia del personale, composto anche dal nucleo familiare del titolare. I prezzi? Anche quelli sono contenuti. Una margherita nel locale giapponese costa 12 euro (che corrispondono a circa 1580 yen) mentre la versione più elaborata, servita in occasioni speciali come San Valentino e Natale, costa circa 3mila yen. Haruto Hashizume San, però, non punta solo sulla pizza o su Napoli. L'imprenditore in quota Avpn gestisce altri due locali oltre alla trattoria "La Farinella", specializzata nella gastronomia italiana e l'enoteca Yamazakiya, dove vengono venduti anche anche vini campani. Nondimeno resta Napoli il cuore dei suoi affari. Un business tanto impegnativo quanto redditizio. "C'è tanto guadagno – ammette Haruto – ma devi impegnarti con sacrificio e passione e, soprattutto, motivare e pagare bene i tuoi collaboratori. Un pizzaiolo professionista guadagna 4.600 euro lordi (poco meno di 2.700 netti), ma vanno valorizzati tutti nella giusta misura, dai camerieri ai fornitori".