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“Ho perso la testa, sono pentito”. Le scuse del 32enne che ha aggredito Luigi Necco

Il 32enne imbianchino e padre di una bimba si è costituito subito dopo l’aggressione al giornalista Luigi Necco, restituendo la telecamera che gli aveva rubato. Il giovane è stato denunciato dal cronista per lesioni, danneggiamento e furto per i fatti avvenuti domenica mattina nel quartiere Arenella di Napoli.
A cura di An. Mar.
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"Ho perso la testa, chiedo scusa". Si giustifica così il 32 che lo scorso 24 aprile ha aggredito e derubato della sua telecamera il giornalista Luigi Necco. L'episodio, avvenuto in pieno giorno e denunciato dal cronista è scaturito da una lite per un parcheggio. L'imbianchino, secondo quanto riferito da Necco, lo avrebbe aggredito a calci e pugni accusandolo di avergli rigato l'auto in sosta. L'operaio, padre di una bimba, si dichiara pentito, ma sostiene di non aver mai aggredito fisicamente il giornalista, bensì di aver solo sfondato il lunotto della sua auto. Il pentimento è arrivato subito dopo l'episodio, tanto che il 32enne si è presentato alle 14,30 di quello stesso giorno negli uffici del commissariato della Polizia di Stato, ammettendo di aver causato danni alla vettura di Necco e restituendo la telecamera con la quale il giornalista aveva ripreso l'aggressione.

I fatti si sono svolti domenica nel quartiere Arenella di Napoli, Necco aveva parcheggiato la propria auto in piazza Muzii. Dopo aver fatto una commissione torna alla sua Alfa e si accorge che è bloccata da un'altro veicolo, che gli impedisce la manovra. Non appena arriva il proprietario, questi inveisce contro il giornalista convinto del fatto che, per poter uscire dal parcheggio, gli abbia rigato l'auto. In pochi minuti l'uomo manda in frantumi il lunotto e si impossessa della telecamera.

"Chiedo scusa per quello che ho fatto, ma ieri ho perso la testa – dice al quotidiano Il Mattino – Ho sbagliato, sono sinceramente e profondamente pentito, ma voglio allo stesso tempo precisare una cosa: non ho alzato un dito e tantomeno colpito a calci e pugni nessuno. E chi ha visto come sono andate le cose lo potrà testimoniare". "È vero – spiega – ho dato in escandescenza perché pensavo che l’Alfa sulla quale viaggiava il giornalista facendo retromarcia mi avesse danneggiato il paraurti anteriore della mia auto. Una macchina che ho comprato a rate, e per la quale sto ancora pagando le cambiali: e nella incontrollata reazione ho colpito con un pugno il lunotto posteriore di quella vettura, mandandolo in frantumi. Ma non ho mai messo le mani addosso a Necco".

Il 32enne avrebbe, denunciato in stato di libertà lesioni, danneggiamento e furto, aveva contattato via Facebook la sera stessa il giornalista. "Non riesco a dormire – aveva scritto in un messaggio privato – Vi chiedo di nuovo scusa per quello che ho fatto e sono pronto a risarcire il danno che vi ho cagionato alla macchina. Faccio l’imbianchino, e la macchina la sto pagando a cambiali che scadranno tra 10 anni. Perdonatemi: fatelo come se fossi vostro figli".

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