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“Ho un maleficio voodoo, se scappo muoio”: così la ragazzina era costretta a prostituirsi

I poliziotti hanno ricostruito la storia della minorenne: prima di partire per l’Italia era stata sottoposta a un maleficio che, secondo le credenze nigeriane, l’avrebbe uccisa se si fosse ribellata ai suoi aguzzini o non gli avesse consegnato i 25mila euro necessari per riscattare la libertà. In manette la donna che la teneva in schiavitù e l’uomo che la accompagnava, a pagamento, in strada.
A cura di Nico Falco
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Costretta a prostituirsi per ripagare il debito, legata ai suoi aguzzini dalla magia nera: se avesse provato a scappare, il maleficio l'avrebbe uccisa. A “spezzare l'incantesimo”, però, ci ha pensato la Squadra Mobile di Caserta, che ha arrestato due persone: Beverlyn Oduware, 44 anni, detta Juliete, e Kurtis Omobude, 51 anni, detto Brother, entrambi nigeriani. La donna aveva ridotto in schiavitù una giovanissima connazionale, con un accordo che era partito quando la ragazza era ancora in Africa: prima che partisse per l'Italia era stata sottoposta a un rito voodoo che, secondo le credenze nigeriane, l'avrebbe fatta morire se avesse osato ribellarsi.

L'unico modo per sciogliere quel nodo magico senza subirne le conseguenze era pagare il prezzo della libertà: 25mila euro, da racimolare il prima possibile. Così, hanno ricostruito gli investigatori, la ragazzina, ancora minorenne, era costretta a prostituirsi tra Marcianise e Casal di Principe. E a questo punto entrava in gioco Omobude, l'altro uomo arrestato: era quello che ogni giorno l'accompagnava e di notte la recuperava per portarla a casa. A pagamento: per l'andata e il ritorno l'uomo si faceva dare 15 euro.

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