I bulli picchiavano e deridevano in classe. Maestre e genitori nei guai: “Dovevano evitarlo”
Le maestre, la preside, i genitori, cosa hanno fatto per evitare atti di violenza, bullismo e derisione in una scuola elementare di Torrione, quartiere di Salerno? Nulla, secondo quanto ipotizzato dal pubblico ministero della Procura di Salerno che indaga su maltrattamenti, lesioni personali e condotte omissive. Dunque per gli allievi/figli di età non imputabile, debbono pagare maestre e genitori: è questo che la pubblica accusa si appresta a sostenere, chiedendo di mandare a processo i protagonisti del contesto (ma a questo punto l'ipotesi è che si tratti di un contesto attivo, con piena responsabilità per i fatti) della brutta storia di violenza a scuola nel capoluogo salernitano.
Questa la storia: i bambini di 10 anni venivano sistematicamente bullizzati, umiliati, picchiati con pugni e calci a scuola. Per loro era diventato un incubo entrare in classe e secondo l'accusa maestre e dirigente scolastica per tutto il periodo di questa brutta storia non hanno fatto altro che minimizzare l'accaduto, facendo rientrare dunque la vicenda nella fattispecie dell'articolo 40 del codice di procedura penale, ovvero in questo caso specifico, reato omissivo improprio: «Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». Preside e maestre avevano un ruolo per poter segnalare e tentare di impedire ciò che è accaduto. Il Pm Penna della procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio con l'ipotesi di accusa di maltrattamenti mediante condotte omissive per una ex dirigente scolastica di un istituto elementare e per quattro maestre, mentre è lesioni personali aggravate la grave ipotesi di reato ai danni del padre di uno dei ragazzi violenti.