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I dati sui terremoti sul Vesuvio non sono precisi: strumenti danneggiati dagli incendi del 2017

Nel luglio del 2017, per diversi giorni consecutivi, incendi dolosi hanno devastato ettari su ettari di vegetazione del Vesuvio, il vulcano che veglia su Napoli e il suo Golfo. Gli strascichi di quegli incendi sono visibili ancora oggi, non solo nelle zone in cui la natura non ha ancora ultimato il suo corso, rifiorendo, ma anche, ad esempio sulla precisione dei rilievi sismologici effettuati sul vulcano: i dissesti nel terreno causati dai roghi hanno infatti danneggiato la strumentazione, per cui i dati non sono precisi.
A cura di Valerio Papadia
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Sono ancora gravi le ripercussioni degli incendi appiccati dolosamente sul Vesuvio nel luglio del 2017 che, per giorni interi, hanno bruciato ettari su ettari di vegetazione del vulcano partenopeo, arrecando un danno ambientale non indifferente e modificando gli equilibri della flora e della fauna sul gigante che domina Napoli e il suo Golfo. Ci sono gli strascichi visibili, quelli che è possibile osservare nelle zone ancora annerite, in cui la natura non ha ancora terminato il suo corso, crescendo nuovamente rigogliosa, ed altri meno visibili e più "tecnici". Nel bollettino mensile – relativo ad aprile – di sorveglianza del Vesuvio dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, infatti si legge che, in particolare alla base del Gran Cono, il punto più alto del vulcano, il suo cratere, i dissesti nel terreno provocati dagli incendi del 2017 e dalle piogge di quest'inverno, hanno danneggiato la strumentazione atta a tenere sotto controllo l'attività sismica del Vesuvio.

Sul vulcano partenopeo ci sono 33 stazioni cosiddette gravimetriche, collegate a tre centraline ubicate a Napoli – la più grande è quella di Università, che costituisce il riferimento – alle quali trasmettono i dati. Come detto, i dissesti idrogeologici hanno danneggiato alcune di queste stazioni, rendendo meno precisi i rilievi dell'attività sismica del vulcano. Ad ogni modo, sebbene non siano precisi al cento percento, i rilievi non hanno evidenziato nessuna variazione dell'attività sismica sul vulcano partenopeo.

Otto scosse in un giorno sul cratere del Vesuvio

Sono proprio da inquadrare nella normale attività sismica di un vulcano le otto scosse registrate ieri sul cratere del Vesuvio e rese note oggi dallo stesso Osservatorio Vesuviano. Martedì 22 maggio, infatti, dalle 5.53 fino alle 18.36, otto eventi sismici hanno interessato il vulcano: il più significativo è stato quello delle 17.37, con una scossa di magnitudo 2.3 della scala Richter. "È la sismicità base del Vesuvio e non c'è assolutamente nulla di cui allarmarsi. Non abbiamo avuto nessuna segnalazione che gli eventi siano stati avvertiti dalla popolazione e non ci sono stati danni né a cose né a persone" ha dichiarato Francesca Bianco, direttrice dell'Osservatorio Vesuviano.

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Sono giornalista dal 2010. A Fanpage.it dall'agosto del 2016, scrivo per l'area Napoli, per la quale mi occupo del desk.
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