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I funerali di don Antonio Riboldi: “Fu faro di speranza e punto di riferimento anticamorra”

A lui sarà dedicata un’ala del castello mediceo appartenuto a Raffaele Cutolo: lo ha annunciato il sindaco di Ottaviano Luca Capasso.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Acerra dà l'ultimo saluto a don Antonio Riboldi, il suo vescovo emerito che nel 1982 sfidò Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, organizzando una marcia anticamorra proprio ad Ottaviano, la città natale del boss e suo "feudo" personale. E proprio a lui sarà dedicata un'ala del castello mediceo di Ottaviano, che nel 1980 venne acquistato per appena 270 milioni di lire da una società che faceva capo proprio al boss della camorra Raffaele Cutolo. Castello che nel 1991 fu confiscato per poi essere affidato l'8 settembre 1995 al comune di Ottaviano.

Lo ha annunciato al termine del funerale Luca Capasso, sindaco di Otttaviano. Al funerale di don Riboldi presenti anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca ed una delegazione del Comune di Santa Ninfa della valle del Belice, oltre al vescovo emerito di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi, giunto in treno nonostante i suoi 94 anni di età per rendere omaggio al coraggioso vescovo emerito di Acerra.

"Il nostro don Antonio", ha spiegato Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, "è stato un profeta, ha dato speranza al suo popolo, ha insegnato ad alzare la testa grazie al Vangelo e alla denuncia profetica. Fino al suo arrivo, si parlava sottovoce della camorra. Lui si e' esposto, l'ha fatto con la camorra come con le Brigate Rosse, l'ha fatto per l'ambiente quando la camorra iniziava ad interrare ad Acerra i rifiuti tossici e forse questo", ha proseguito, "è stato il suo più grande rammarico, perché non ha capito in tempo cosa stava succedendo".

"Esempi come quelli di Don Riboldi fanno parte della missione della chiesa", ha invece aggiunto l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, "non era un sociologo o un filantropo, lui parlava in nome di Cristo. Noi predichiamo invece giustizia, pace e solidarietà". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Vincenzo De Luca, governatore della Campania: "Dobbiamo combattere la criminalità a viso aperto, senza tentennamenti e senza nasconderci dietro alibi sociologici". Infine, anche l'ex-sindaco di Napoli ed ex-governatore della Campania Antonio Bassolino ha voluto ricordarlo, con un post su Facebook: "Dopo tante battaglie ora riposa in pace, caro don Riboldi: sei stato un grande punto di riferimento politico-civile oltre che in primo luogo religioso, e ti voluto molto bene".

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