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I giovani del Sud rinunciano a tutto pur di lavorare

Al Sud 7 giovani su 10, anche se altamente qualificati, affermano di essere pronti a lavorare anche senza garanzie sindacali. Al nord invece i ragazzi si dicono fiduciosi di poter ambire al posto fisso. È quanto emerge dagli ultimi dati Istat.
A cura di Angela Marino
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I giovani del Nord puntano ancora al posto fisso mentre al Sud l'aspettativa si riduce a impieghi temporanei, senza alcuna garanzia sindacale. Due poli opposti, stando a quanto rivela una ricerca promossa in occasione dell’uscita del libro “Jobs (f)Act” di  Severino Nappi, assessore al Lavoro della Regione Campania. I ragazzi in cerca di lavoro tra i 17 e i 30 anni, anche quando altamente qualificati, si accontentano di qualsiasi tipo di lavoro. Alla luce dei dati Istat sulla disoccupazione che nelle regioni meridionali tocca vette del 47%. Il programma web “KlausCondicio” diretto dal giornalista Klaus Davi, ha lanciato un sondaggio sul tema del lavoro tra i propri ascoltatori. Le risposte arrivate da 500 ragazzi intervistati non smentiscono quanto rivelato dal libro di Nappi, anzi: al Sud 7 giovani su 10 affermano di essere pronti a lavorare anche senza garanzie sindacali.

Se al Nord l'aspettativa, anche se posposta di diversi anni, rimane per il posto fisso il Sud ha ormai perso le speranze. Campania (7,2%), Sicilia (7,4%), Puglia (7,9%), Molise (8,1%) e Calabria (8,5%)sono al primo posto tra le Regioni italiane dove i giovani non ambiscono a più un lavoro fisso. Seguono a ruota Toscana (12%), Umbria (12,8%), Marche (13,2%), Emilia (13,8). Più fiduciosi in un rapporto di lavoro stabile, invece, i residenti in Liguria (48,6%), Veneto (51,8%) e Lombardia (57,1%). “Dati che non mi sorprendono affatto poiché la cronica carenza di posti di lavoro al Sud – commenta l’assessore Nappi – ha costretto, nel tempo, i nostri giovani a diventare flessibili e creativi nell’approccio lavorativo. Buona parte dei ragazzi in cerca di occupazione ha un alto livello di scolarizzazione, ha frequentato master e corsi di specializzazione, ha compreso che è importante essere molto qualificati per essere competitivi. Tanti, ormai, scelgono la libera professione, tante le start up innovative nel mondo dell’impresa, tanti coloro che non si fanno demotivare dalla crisi ma la sfidano, con intelligenza e senza lamentarsi. Insomma, giovani concreti, che cercano di costruirsi da soli il proprio futuro”.

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