Il boss Cesare Pagano confessa 2 omicidi: “Voglio tagliare i ponti con la camorra”
Il boss degli Scissionisti Cesare Pagano, il capo degli "Spagnoli" prende le distanze dal clan. In collegamento con l'Aula 315, dal bunker di Ascoli Piceno dove è rinchiuso in regime di carcere duro, "Cesarino", il sanguinoso capoclan che diede il via alla prima faida di Scampia, confessa due omicidi e chiede perdono alle vittime. Un cambio drastico della sua strategia difensiva avvenuto durante l'udienza nel processo che lo vede imputato per gli omicidi di Fulvio Montanino (braccio destro di Cosimo di Lauro, ndr.) e Claudio Salierno, uccisi nelle Vele nell'ottobre del 2004, dando il via alla prima faida nella periferia Nord. Pagano chiede di parlare e, a sorpresa, confessa: "Sono io il mandante, chiedo scusa a tutti, chiedo scusa alla famiglia delle vittime, è stata una mia iniziativa".
Una confessione che arriva dopo che il caso è stato chiuso grazie alla ricostruzione di dodici collaboratori di giustizia e che avviene in concomitanza con quella di altri tre elementi apicali del clan Gennaro Marino, Arcangelo Abete e Ciro Mauriello. Pagano ha annunciato anche di voler scrivere un memoriale per ricostuire i fatti che hanno portato alla morte di 70 persone in una delle più cruente faide di camorra degli ultimi anni. Il "pentimento" di Pagano però resta solo morale, perché quello con il quale si indica l'inizio della collaborazione con la giustizia, non è in discussione per il boss. Si tratta quindi di un'apertura in vista di una probabile condanna all'ergastolo. Non ci saranno accuse ai parenti, nessun tradimento alla famiglia, ma solo la confessione di alcuni reati. Per il pool anticamorra coordinato dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dai pm Stefania Castaldi, Maurizio De Marco e Vincenza Marra, la linea non cambia: niente accordi, niente sconti.