Il boss Manganiello si dissocia dal clan Marino, terremoto nella camorra a Secondigliano
Terremoto nella geografia dei clan di camorra a Secondigliano che ora resta, almeno sulla carta, senza riferimenti apicali: il ras Roberto Manganiello, braccio destro e nipote del boss Gennaro Marino, soprannominato ‘o McKay, ex uomo di punta del gruppo camorristico delle Case celesti di Secondigliano si è pubblicamente dissociato dal clan Marino. Lo ha fatto davanti al giudice per le indagini preliminari di Napoli Vincenzo Caputo nel corso dell'udienza per l'omicidio di Ciro Nocerino. Un omicidio avvenuto nel 2011 e che spaccò delle famiglie che all'epoca gestivano ampia fetta dello spaccio e del traffico di stupefacenti in quella zona di Napoli, affari da centinaia di migliaia d'euro a settimana. Nocerino fu attirato in una trappola e assassinato il 25 settembre del 2011. Per gli inquirenti fu proprio il suo clan a decretarne la fine, nell'ambito di una epurazione interna.
Manganiello ha ammesso di essere stato l'istigatore di quella uccisione ha anche chiesto scusa alla famiglia della vittima. Con la sua dissociazione e l'uccisione di Domenico Gargiulo, vero obiettivo dell'agguato in un cui venne ucciso l'innocente Lino Romano, nel 2012, trovato cadavere nel bagagliaio di una vettura lo scorso settembre, la piazza di spaccio delle Case Celesti sembrerebbe ora non avere un punto di riferimento. Ai vertici del clan dei Marino c'erano il boss Gennaro Marino (in carcere) e suo fratello Gaetano, detto "moncherino", assassinato in un agguato scattato a Terracina. La vedova di Gaetano Marino, Tina Rispoli, di recente, si è guadagnata la ribalta delle cronache attraverso il fastoso matrimonio con il cantante neomelodico Tony Colombo, a sua volta finito in un' inchiesta della Procura di Napoli nonché protagonista dell'inchiesta giornalistica Camorra Entertainment di Fanpage.it.