Il boss Raffaele Cutolo resta in carcere: negati gli arresti domiciliari
Raffaele Cutolo, ex boss e fondatore della Nuova Camorra Organizzata, resterà in carcere. L'avvocato aveva presentato una istanza di sospensione di esecuzione della pena per motivi di salute, con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare, ma il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia l'ha rigettata. Cutolo, 78 anni, è detenuto nel carcere di Parma col regime del 41 bis. L'istanza era stata presentata dal legale Gaetano Aufiero e si basava proprio sulle condizioni di salute dell'ex boss della camorra napoletana, giudicate oggi molto gravi. Nello scorso febbraio era stato ricoverato in ospedale per una grave polmonite ed era rimasto ricoverato una ventina di giorni. A metà aprile, la richiesta di scarcerazione con sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari.
Nei giorni successivi, a fine aprile, Salvini aveva annunciato che l'istanza era stata rigettata, ma l'avvocato del boss, sentito da Fanpage.it, aveva replicato dicendo di non avere avuto nessuna comunicazione ufficiale in merito. Cutolo negli anni '70 fondò la Nuova Camorra Organizzata, che negli anni '80 si estese enormemente fino a diventare una delle organizzazioni criminali più potenti d'Italia. La Nco fu sostituita da un cartello di clan creato ad hoc che riuniva sotto la stessa bandiera boss come Michele Zaza, i fratelli Nuvoletta, Antonio Bardellino, Carmine Alfieri, Luigi Giuliano e Pasquale Galasso, tutti con l'obiettivo comune di distruggere l'organizzazione di Cutolo.
La Nco è considerata scomparsa alla fine degli anni '80, con l'arresto o la morte di numerosi boss. Il braccio destro di Cutolo all'epoca della Nco, Pasquale Scotti, è stato arrestato nel maggio 2015 in Brasile, dopo 31 anni di ricerche (era latitante dal 1984); nel luglio 2016 ha deciso di diventare collaboratore di Giustizia.