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Il caso Ischia e la “dignità perduta” delle Coop rosse

Lo scandalo di Ischia travolge il mondo delle cooperative a pochi mesi dall’inchiesta “Mafia Capitale”. Il presidente campano di Lega Coop Sociali a Fanpage: “Meglio andare via”. Gli scandali stanno cancellando la storia di un mondo oggi colpito ed umiliato.
A cura di Antonio Musella
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Il mondo della cooperazione sociale è scosso. Dopo l'inchiesta su "Mafia Capitale" che ha coinvolto il mondo delle cooperative, lo scandalo delle tangenti per gli appalti sul gas ad Ischia ha dato un altro brutto colpo alle coop. Un mondo finito sui giornali come strumento del malaffare a dispetto di una storia fatta di solidarietà, lavoro comunitario e lotta allo sfruttamento. C'è chi, come il Presidente di Legacoop sociali della Campania Luca Sorrentino, ha deciso di affidare la sua rabbia ad una lettera inviata a Fanpage: "Se questo è il mondo cooperativo, meglio andare via".

Una storia di 116 anni finita tra vino e tangenti

"La nostra missione è generare lavoro vero: regolamentato, sicuro, valorizzante la persona e le sue caratteristiche. Un lavoro che dà dignità a chi lo esercita, che fa crescere in capacità professionale e in umanità. Un lavoro che diviene patrimonio per il territorio. Un lavoro svolto al meglio delle nostre capacità con serietà, coerenza e professionalità", così si descrive la Cooperativa Cpl Concordia sul proprio sito. Una storia lunga 116 anni quella della cooperativa modenese coinvolta nello scandalo per gli appalti della rete del gas metano nell'isola di Ischia, che ha portato all'arresto del sindaco Giosi Ferrandino e dell'ex numero uno della Coop emiliana Roberto Cesari. Una storia nata prima dell'epoca fascista, una realtà di cooperazione che è sopravvissuta al regime e che si è proposta da subito come un esempio di lavoro comunitario tanto caro alla tradizione della sinistra italiana.

L'ipotesi accusatoria verso i vertici della CPL Concordia del pm napoletano Henry John Woodcock, se dovesse reggere in tribunale, rappresenterebbe la caduta nella polvere di un pezzo significativo della cooperazione italiana. Una coop che è diventata sempre più soggetto politico e sempre più soggetto imprenditoriale. A dimostrarlo anche i contributi elargiti dalla CPL Concordia all'attuale sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli del Pd nella sua ultima campagna elettorale. Tutto lecito, si intende, ma di certo un gesto che lascia comprendere l'interesse della coop modenese per la politica. Davanti a tutto questo chissà come reagirebbero i primi soci cooperatori, che tra sudore, fatica ed un bicchiere di Lambrusco, diedero vita alla Cpl Concordia. Oggi il vino è quello di D'Alema, e la fatica ed il sudore hanno lasciato spazio alla managerialità ed agli affari.  A pochi mesi dallo scandalo di "Mafia Capitale" che ha scoperchiato la "terra dei mezzo" ed il ruolo della cooperativa "29 giugno" di Salvatore Buzzi, un nuovo scandalo fatto di corruzione e malaffare coinvolge il mondo della cooperazione. Il sentimento prevalente tra i cooperatori sembra essere quello della "dignità perduta".

"Meglio andare via"

Luca Sorrentino è il presidente della Cooperativa Sociale Aleph Service, ma soprattutto è il responsabile della Lega Coop Sociali della Campania. In una lettera inviata a Fanpage, dal titolo "La dignità perduta", affida l'umore di un mondo che si sente ferito e soprattutto tradito dall'interno. "Sta diventando sempre più difficile distinguersi. In particolare quando si abita la stessa casa" esordisce Sorrentino. Lo scandalo di Ischia vede coinvolta tra l'altro una cooperativa non campana, particolare che ha fatto aumentare il rancore nel mondo della cooperazione sociale campana. Per tanti oggi la definizione di "cooperative rosse" allude ad un sistema di relazioni perverse tra imprenditoria, ormai poco sociale e molto attenta al profitto, e la politica. "E tu che abiti quella casa così dispregiativamente appellata stai male, ti senti offeso, vituperato, denigrato. Da chi poi: da chi pur abitando questa casa, le cui regole di convivenza sono paventate come condivise, ha abusato del proprio status per operare facili approssimazioni, nel tentativo di arrivare a rapidi guadagni, anteponendo il fatturato, per altro illecito, al bene comune che sottintende il vivere cooperativo" prosegue la lettera di Sorrentino.

La cooperazione è anche assistenza sociale, scontro con i colossi del mercato dei servizi, ritardi nei pagamenti dalle pubbliche amministrazioni che spesso arrivano ad anni di distanza dai lavori svolti, contribuendo così al ritardo dei pagamenti degli operatori. Il tutto provando sempre a garantire la partecipazione dei soci, l'aspetto etico del lavoro svolto, la dignità delle persone. Un mondo che dalle inchieste come quella di Ischia ne esce con le ossa rotte, tanto da far maturare il pensiero di lasciare ed abbandonare tutto. Come spiega Sorrentino, "allora sei tentato di dire o tu o io, insieme non possiamo vivere, non siamo compatibili: io non sono come te. Quindi uno dei due se ne deve andare. Ma giustamente non si può cacciare un coinquilino fatto da una pluralità di persone, di cui non tutte hanno responsabilità dirette nelle scelte operative. E pensi: se la convivenza è difficile e io non posso cacciarti con le tue piccole o grandi responsabilità,è meglio che me ne vado io”. Parole forti che indicano chiaramente l'umore di un mondo umiliato.

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