Il Comune di Napoli manda via gli artigiani (autorizzati) dalla rotonda Diaz
"Il lungomare? Non credevamo dovesse essere liberato anche dai lavoratori". Rabbia e amarezza nelle parole dei 17 operatori che stamane hanno manifestato davanti alla sede del Comune di Napoli contro il provvedimento di sgombero dall'area espositiva della Rotonda Diaz di Napoli, dove gli artigiani si erano collocati da tempo, dopo la regolare assegnazione dell'area con un regolare bado sulla creatività artigianale. "Sono 300 gli ambulanti a itineranza vincolata a Napoli – chiude Patriziauna degli artigiani ambulanti – una categoria che non può essere abbandonata all'incertezza. E non vorremo neanche essere solo noi della Rotonda Diaz ad essere penalizzati".
"Ci hanno comunicato che non potremo continuare a svolgere la nostra attività alla Rotonda Diaz – continua Patrizia – assicurandoci che avrebbero trovato però una valida soluzione. Anzi in un primo momento l'assessore Panini ci ha garantito che avremmo avuto comunque un rinnovo transitorio per quest'anno in attesa di un bando sul vicino viale Dorn in cui sarebbe pesata la nostra storicità. Poi tutto questo è andato in fumo. Ora si parla di richieste di concessione di suolo pubblico da ripetere con stretta periodicità, di costi molto maggiorati, di una soluzione di totale incertezza, mentre da vari mesi non abbiamo più il permesso per lavorare". "Sembra che non ci riconoscano come veri ambulanti perché siamo entrati nella tipologia di chi vende opere del proprio ingegno, senza partita iva ma emettendo scontrino fiscale e restando sotto i 5000 euro di guadagno – spiega Corrado – però è esattamente così con questi pochi soldi che da anni facciamo vivere le nostre famiglie. Non è certo un hobby ma un lavoro – sottolinea – Io ho vinto il bando sulla realizzazione di opere di ingegno classificandomi al primo posto. Ora voglio sapere se è possibile in tempo di crisi come questa essere così vaghi sul presente e sul futuro di 17 lavoratori e delle loro famiglie"
"Chiediamo al Sindaco De Magistris e all'Assessore Panini – aggiunge Mario – maggiore chiarezza. L'assessore ha speso più volte parole rassicuranti ma non abbiamo capito davvero se a queste parole seguiranno fatti altrettanto rassicuranti. Abbiamo famiglie e figli. Vogliamo sapere se una volta che ci hanno mandati via dal posto dove esercitavamo legalmente da anni hanno progettato una soluzione concreta e stabile oppure sostanzialmente se ne disinteressano