Il Cotugno si prepara ad accogliere di nuovo pazienti non affetti da Covid – 19
Superato il picco del Covid – 19 in Campania, il Cotugno, ospedale in prima linea contro il coronavirus, si prepara a riaccogliere anche pazienti affetti da sintomatologie diverse. Tornerà quindi nosocomio infettivologico a tutti gli effetti tra una settimana, senza però tralasciare gli eventuali e ancora presenti pazienti positivi. A spiegarlo a Fanpage.it è il Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliera dei Colli (Monaldi – Cotugno – Cto) Rodolfo Conenna. «Il cosiddetto Corpo G, quello di nuova costruzione, diventa la parte dedicata al Covid dell'ospedale e quindi tutti i casi saranno concentrati nei reparti del Corpo G. Il vecchio stabile del Cotugno, prosegue il Dottor Conenna, riprende le sue funzioni normali, con una prima parte il tre giugno e una definitiva l'otto giugno. Abbiamo ricostruito un piano con 24 posti di terapia Sub-intensiva di cui otto immediatamente trasformabili in intensiva, in modo da poter fare eventuale attività intensiva Covid non più nella Terapia intensiva del Cotugno, che sarà a disposizione dei pazienti non affetti da coronavirus. In più, spiega ancora il Ds dei Colli, sta per essere installata una sala operatoria dedicata ai pazienti Covid che necessitano di intervento chirurgico o eventualmente di intervento di emodinamica, liberando in questo caso la sala operatoria del Cotugno del vecchio stabile ai pazienti non Covid». In poche parole, all'interno del Cotugno si sta costruendo una struttura completamente dedicata al Coronavirus, un Covid Hospital, come spiega il Dottor Conenna. «Una struttura autonoma completamente, che avrà una Tac dedicata, una sala operatoria dedicata e potrà accogliere pazienti il cui dato principale non è necessariamente l'infezione, ma pazienti che hanno bisogno di un intervento e contemporaneamente sono affetti da Covid – 19»
Per quanto riguarda le diverse sperimentazioni in atto nell'ospedale infettivologico napoletano, si registrano 5 nuovi donatori di plasma a settimana, che aiutano a proseguire la terapia al plasma. «Siamo in attesa di aprirci al lavoro scientifico vero e proprio con le collaborazioni con l'ospedale Pascale e con il Tigem perché chiaramente, conclude Conenna, abbiamo conservato sieri e tamponi dei positivi, ed è chiaro che questa sarà la banca biologica su cui poter fare tutte le indagini anche di tipo più sperimentale che cominceranno nelle prossime settimane»