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Il cratere del Vesuvio chiuso da un mese, protestano le guide: “Grosso danno al turismo”

L’accesso al cratere del Vesuvio, il secondo sito in Campania per visitatori, è chiuso dallo scorso 24 novembre, quando cioè una piccola frana dovuta al maltempo ne ha compromesso la sicurezza. Protesta dell’associazione delle guide, che chiede un intervento risolutivo: “Si è creato un grosso danno all’immagine e al turismo”.
A cura di Valerio Papadia
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NAPOLI – È dallo scorso 24 novembre, da poco meno di un mese dunque, che l'accesso al cratere del Vesuvio è chiuso a causa di una frana che si è verificata, a quota 800 metri, dopo l'ondata di maltempo che colpì Napoli e la Campania il giorno precedente. E allora, Confesercenti Campania e Figav – la Federazione italiana guide alpine e vulcanologiche – lamentano un grosso danno turistico, oltre che d'immagine, a quello che, per numero di visitatori, è il secondo sito in Campania dopo gli Scavi di Pompei, soprattutto in un periodo in cui Napoli e in generale tutta la regione sono meta di numerosi turisti in occasione delle festività natalizie.

La Strada Provinciale 114, quella che da Ercolano porta al Gran Cono del Vesuvio, ovvero la sommità del vulcano, è chiusa dal 24 novembre per i lavori di messa in sicurezza e di ripristino del manto stradale. Come lamentano le due associazioni, la chiusura del cratere del Vesuvio non sta generando disagi soltanto al sito in senso stretto, ma a tutto l'indotto che ruota attorno al vulcano: guide, tassisti, tour operator e ristoratori che vivono soprattutto grazie all'afflusso di turisti che visitano il vulcano.

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