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Il mare è di nuovo pulito ma torna la plastica: mascherine e guanti buttati per strada

In questi giorni, con le fabbriche ferme per il coronavirus, il mare sembra essere rinato e tornato pulito. Ma il pericolo della plastica è ancora più presente: il massiccio utilizzo di mascherine e guanti, che vengono abbandonati in strada dopo l’uso, rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti negli anni scorsi per la svolta plastic free.
A cura di Nico Falco
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La svolta plastic free, con tutti gli sforzi di cittadini e imprenditori che si stavano organizzando per abbandonare i prodotti in plastica in modo da salvaguardare l'ambiente, rischia di arenarsi di fronte alla pandemia da coronavirus in corso: le strade sono infatti ormai invase di mascherine e guanti, che dopo l'uso vengono buttati a terra. Non solo una enorme ondata di plastica, ma anche uno smaltimento incontrollato e illegale che potrebbe vanificare tutte le iniziative messe in campo da anni. E le conseguenze sarebbero pesanti soprattutto sulla natura, la stessa che sembra rivivere nelle foto che vengono pubblicate di continuo sui social: quei mari e fiumi tornati puliti dopo la chiusura delle fabbriche potrebbero ben presto riempirsi di rifiuti.

Il problema viene evidenziato anche da Legambiente, che lancia un allarme in vista della riapertura delle attività commerciali e dell'estate, quando il problema potrebbe diventare ancora più grave. "Riceviamo sempre più fotografie di dispositivi abbandonati per strada – dice Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – l'ho testato io stessa nelle mie passeggiate a 200 metri da casa ad Eboli: ogni tre passi trovo un guanto. Prima dell’emergenza monitoravamo la situazione delle spiagge, contando uno ad uno i rifiuti, ora basterebbe farlo sotto i palazzi. Cosa succederà quando il 4 maggio riapriranno anche i negozi e le altre attività economiche o quando torneremo in spiaggia?”.

"Secondo un'inchiesta di Lavialibera, il sito informazione della rivista di Libera e Gruppo Abele (lavialibera.it) – si legge nel comunicato di Legambiente – dal primo marzo ad oggi sono stati distribuiti dalla Protezione Civile circa 159 milioni di materiali sanitari di cui ben 150 milioni riguardano solo mascherine e guanti, una punta dell’iceberg destinata ad aumentare esponenzialmente nella fase 2 quando questi oggetti diventeranno parte integrante della nostra nuova quotidianità. Secondo il rapporto “Imprese aperte, lavoratori protetti” del Politecnico di Torino, per la ripartenza serviranno un miliardo di mascherine, mezzo miliardo di guanti e oltre 9 milioni di litri di gel igienizzante al mese".

“Eravamo il popolo delle campagne plastic free: ce le siamo già dimenticate? – prosegue Mariateresa Imparato – condividiamo foto e video di mari e fiumi puliti, della natura che si riprende i suoi spazi, gioiamo per l’aria che è tornata respirabile. E sembra che i problemi ambientali siano colpa degli altri, ma non è così. Le nostre abitudini possono avere un impatto enorme e questo virus lo sta dimostrando. In previsione di una fase 2 facciamo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini ma soprattutto è importante far partire una campagna di informazione e sensibilizzazione seguendo le indicazione dell' Istituto Superiore di Sanità (Iss) dove viene specificato come  smaltire i presidi anti infezione quali mascherine e guanti".

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