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Il neo prefetto Valentini: ‘Ripartire dal buono per capovolgere narrazione di Napoli’

Il nuovo prefetto di Napoli, Marco Valentini, si è insediato nel Palazzo di Governo di piazza del Plebiscito. Già alla guida delle Prefetture di Lecco e Grosseto, nel Napoletano aveva lavorato come commissario straordinario a Caivano. “Non bisogna ignorare i problemi – ha detto – ma a Napoli esiste anche una realtà che esprime forti valori civici, e bisogna ripartire da questo”.
A cura di Nico Falco
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Il prefetto Marco Valentini
Il prefetto Marco Valentini

"A Napoli esiste una realtà che esprime forti valori civici, e bisogna partire da questo. Bisogna capovolgere la narrazione della città che viene fatta normalmente a livello di comunicazione, quella basata sulle cose negative che avvengono in questa città". Così il neo prefetto di Napoli, Marco Valentini, arrivato in città ieri, 29 gennaio. Sottolineando che non bisogna prendere sottogamba i fenomeni criminali che avvengono in città, tra cui i recenti allarmi delle baby gang e quello delle aggressioni agli operatori sanitari, il prefetto ha spiegato che bisognerà partire da "tutti coloro che, a vario titolo, e potrei fare un lunghissimo elenco, e che nei vari campi, si muovo per migliorare le condizioni di vita, di immagine di questa città".

I problemi, ha aggiunto, ci sono e non possono essere ignorati. Che siano criminalità organizzata, ma anche quella "spicciola", che influisce pesantemente sulla percezione di sicurezza ed è quella che maggiormente pesa sulla qualità della vita nell'immediato. Così come non bisogna trascurare il fenomeno delle baby gang, composte da ragazzini che spesso poi finiscono incanalati sulle strade della criminalità organizzata. "Ma qui – ha aggiunto Valentini – faremo il nostro lavoro con il massimo della capacità, con il massimo del rigore per portare avanti tutte quelle istanze giuste che vogliono che sia viva una realtà dove la criminalità non sia il problema principale ma contenuto, controllato ma anche represso".

Nato a Roma nel 1956, Valentini ha quasi sempre lavorato al Viminale, ma ha ricoperto il ruolo di prefetto a Lecco e Grosseto. Nel Napoletano aveva già lavorato tra il 2009 e il 2010, quando era stato commissario straordinario a Caivano. E durante l'incontro ha ricordato proprio questa sua esperienza napoletana: "Ho visto che in alcuni Comuni – ha detto – ci sono stati più commissari straordinari che sindaci. E questa è una cosa che mi ha molto impressionato, perché significa che le cose non funzionano".

Per fare passi in avanti, ha detto ancora il nuovo Prefetto di Napoli, non occorrono delle nuove leggi ma c'è bisogno di rendere più efficiente la macchina pubblica, mettendo meglio in comunicazione le istituzioni, "facendo sì che si parlino e che funzionino gli strumenti di raccordo e di coordinamento, perché le istituzioni giocano tutte la stessa partita, che è quella della protezione, dell'interesse dei cittadini e della garanzia dei diritti che sono nella Costituzione".

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