Il noemelodico Raffaello coinvolto in una sparatoria, spunta il piano per ucciderlo
Una intemperanza seguita a un diverbio, una lite degenerata in sparatoria, queste le prime ipotesi dopo l'arresto di Raffaele Migliaccio, in arte Raffaello, il cantante neomelodico finito ai domiciliari per aver sparato in un ristorante di Teverola (Caserta) lo scorso 20 giugno. Ma dopo gli accertamenti del caso sulla vicenda sono spuntati retroscena inquietanti che vedono il cantante obiettivo di un attentato ad opera di un giovane boss. L'autore, di "La nostra storia", colonna sonora del film Gomorra, non nuovo ai guai con la legge, aveva infatti tentato di uccidere il nipote di un boss, il quale a sua volta avrebbe preparato un raid punitivo ai danni del cantante, poi, fortunatamente, andato in fumo, nel ristorante del Casertano.
È quanto accertato, come riporta il Mattino, dalle indagini del commissariato di Aversa, diretto dal vicequestore Paolo Iodice, che lo scorso 24 luglio arrestarono per spaccio di sostanze stupefacenti, 10 persone ritenute legate al gruppo degli "Scusuti", ramo della fazione Schiavone del Clan dei Casalesi, attivo nel Casertano. Tra questi c'era anche il capoclan Andrea Autiero, ovvero l'uomo che lo scorso 20 giugno, Migliaccio tentò di uccidere. Il boss e il suo gregario, secondo quanto accertato dalle indagini, erano obiettivo della pistola del cantante che però ferì un cameriere, finito nella sparatoria per sbaglio. Secondo il gip di Napoli Nord che ha spiccato mandato per il reato di tentato omicidio,il cantante ha sparato con l'intenzione di uccidere. Tuttavia il giudice ha accordato a Raffaello, attualmente ai domiciliari, il permesso di uscire per tenere concerti e serate.