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Il prefetto di Napoli bacchetta i sindaci: “Solo 27 Comuni su 92 accolgono i migranti”

La lettera del nuovo prefetto di Napoli Carmela Pagano è chiarissima: chi non aderirà volontariamente al Piano realizzato dal Ministero dell’Interno e dall’Anci rischia l’invio “forzoso” di migranti sul proprio territorio.
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Il nuovo prefetto di Napoli, Carmela Pagano.
Il nuovo prefetto di Napoli, Carmela Pagano.

Il nuovo prefetto di Napoli Carmela Pagano bacchetta i Comuni della provincia partenopea che non stanno facendo nulla o non stanno comunque facendo abbastanza per accogliere i migranti. La Pagano, in una lettera dai toni istituzionali ma molto fermi, spiega che “solo 27 Comuni su 92 accolgono gli 85 CAS esistenti e in alcuni Comuni è stata abbondantemente superata l’aliquota spettante in base di Ministero degli Interni e Anci.”

Il prefetto ribadisce che “è tempo ormai di scelte concrete ed è, pertanto, necessario che ogni singolo Comune dichiari la formale volontà di adesione al Piano”. Cosa che, in parole povere, significa che ogni Comune della provincia dovrà ospitare migranti sul proprio territorio, senza eccezione alcuna. L’alternativa potrebbe non essere piacevole per Comuni già recalcitranti ad aprire le proprie porte a persone provenienti da Africa e Asia: riceveranno comunque i migranti ma non potranno più trattare le condizioni con la Prefettura.

I Comuni sono  invitati anche ad indicare i tempi presunti per l’attivazione di centri di accoglienza o, quantomeno, di spiegare in quale modo vogliono attivare una collaborazione con la Prefettura. In questo caso  saranno garantiti “vantaggi” alle amministrazioni locali “in termini di sostegno amministrativo, nell’immediato, da parte della Prefettura, e di possibile progressiva esclusione, a date condizioni, da assegnazioni ‘forzose’. La Città Metropolitana, guidata da Luigi De Magistris, si è già offerta di fornire forme varie di sostegno ai Comuni disponibili a collaborare. Quali siano queste forme di sostegno e quali fondi saranno impegnati per garantirli, non è chiarito.

Ad essere chiamati per prima a dare assistenza ai migranti saranno i Comuni che, finora, si sono tirati indietro: esiste, infatti, una “clausola di salvaguardia” che impone alle Prefetture di non considerare i “Comuni virtuosi”, mentre i migranti saranno indirizzati in Comuni che “non praticano alcuna forma di collaborazione nell’accoglienza ovvero non abbiano ancora raggiunto la misura prevista di posti Sprar”. In teoria, ma solo in teoria, l’adesione al Piano è volontaria: laddove il Ministero degli Interni abbia bisogno di nuovi posti senza trovare possibilità di accoglienza da parte dei Comuni, deciderà in autonomia dove collocare i richiedenti.

La lettera giunge a poche ore da un faccia a faccia con i sindaci organizzato dal Prefetto, in cui sono state presentate sia le nuove iniziative poste in essere dal Governo per allentare la pressione sui Comuni, sia per informare che è intenzione del Ministero dell’Interno rafforzare l’esperienza degli Sprar, progetti per l’accoglienza realizzati in collaborazione tra Comuni, associazioni e cooperative specializzate in attività rivolte ai richiedenti asilo. Il Piano nazionale si fonda su alcuni principi cardine: la proporzionalità dell'accoglienza dei migranti rispetto alla popolazione residente, con la previsione di 2,5 posti di accoglienza ogni 1.000 residenti con i necessari correttivi per i piccoli Comuni e i Comuni capoluogo sedi delle città metropolitane e le zone terremotate.

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