Il primo neonato abbandonato nella culla termica “lasciato da un’amica, madre era disperata”
Alessandro è il primo bambino nato nella culla termica installata all’ingresso di via De Amicis del Policlinico Federico II di Napoli. Una culla inaugurata nel 2008 per ospitare i neonati abbandonati ma che non era mai stata utilizzata fino a martedì. Il primario del reparto di terapia intensiva neonatale Francesco Raimondi ha raccontato al Mattino i dettagli di quanto avvenuto martedì mattina.
Durante la mia carriera pensavo di averne viste tante, invece mi sono emozionato a vedere una giovane donna di circa 25 o 30 anni dai caratteri somatici e dall’accento tipicamente dell’est che, sfidando l’anonimato, ha aspettato di vedere l’arrivo di qualcuno in camice bianco prima di congedarsi spiegando sommariamente il motivo dell’abbandono del piccolo.
Secondo quanto riporta il Mattino, la donna ha raccontato di essere una amica della vera mamma del neonato. La madre sarebbe stata disperata e in precarie condizioni economiche, tanto da affidare il piccolo all’amica e dileguarsi dando sue notizie solo telefonicamente. Avrebbe poi suggerito all’amica di dare il figlio a una parrocchia, ma la ragazza ha pensato di ricorrere alla culla termica.
“Considero il comportamento di questa donna toccante – ha raccontato Raimondi -: un conto è lasciare un bambino in anonimato e andare via un altro verificare che sia in buone mani, raccontare la storia dell'abbandono e poi distaccarsi da quella piccola creatura appena nata”. Della vicenda del bambino è stato informato il tribunale dei minori per le procedure per l’adozione.
Finora, negli anni, gli allarmi arrivati all’ospedale per l’uso della culla erano stati solo “scherzi di gente incivile”: “Questa volta è scattato un allarme vero che ci ha emozionato tutti”, racconta ancora il primario. Che aggiunge: “Ci ha detto che la mamma aveva chiamato il bimbo Alessandro e con questo nome abbiamo continuato a coccolarlo e vezzeggiarlo”. Difficile sapere se la storia raccontata dalla donna sia veritiera, ma i sanitari non hanno chiesto ulteriori informazioni per rispettare l’anonimato, principio su cui si basa questa iniziativa. Il bambino è in buone condizioni di salute.