Il procuratore antimafia Roberti: “Contro la camorra non basta la repressione”
"Per fortuna, devo dire, il Governo si è reso conto che bisogna investire su Napoli, e non soltanto in risorse indispensabili per l’apparato di repressione, ma anche per rivitalizzare la società, per combattere il fenomeno dell’evasione scolastica – che se nella media nazionale è sul 10%, a Napoli supera il 30% – per tenere aperti al pomeriggio i centri sportivi. È su questo terreno che si fa la prevenzione, è qui che si vince o si perde la sfida contro la camorra". Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti in una intervista alla Stampa sulla recrudescenza criminale a Napoli nell'ultimo anno. Una scia di omicidi di camorra ha insanguinato le strade di Napoli seminando decine di vittime, alcune delle quali innocenti e portando alla luce un nuovo scenario criminale, quello dei baby boss.
"Un fenomeno ricorrente – commenta Roberti – quando si sgominano i clan storici, e guardi che oggi tutti i vecchi capi sono in carcere, arrivano i nuovi che subito si combattono per il controllo del territorio. Questa volta, però, la situazione è resa più grave dall’arruolamento di tanti giovanissimi che sono incoscienti, nel senso che non hanno alcuna consapevolezza della vita e della morte, non hanno paura del carcere o di finire ammazzati. Questi giovanissimi, peraltro, hanno mutuato modalità gangsteristiche e sono molto pericolosi".