Il ritorno a Napoli de Le Luci della Centrale Elettrica, con Avitabile nel cuore

Negli ultimi giorni la città è attraversata da concerti di artisti vari ma legati da un buon successo di pubblico, cosa che in città non è mai scontata: ci sono stati gli Afterhours, c'è stato Gualazzi, ma anche i sold out di artisti come Carmen Consoli al Teatro Augusteo, quello di Brunori Sas e dei Foja alla Casa della Musica. Luoghi pieni di vita, di gente e di musica, caratterizzati dagli spettacoli di artisti che, a dire la verità, stanno ottenendo enormi riscontri a livello nazionale, sia per quanto riguarda i tour che gli album. Ne sa qualcosa anche Vasco Brondi, in arte Le luci della centrale elettrica che è tornato discograficamente con un album molto bello che si chiama "Terra" e che questa sera approda al Duel Beat di Napoli dopo 3 sold out su 4 e in attesa del concerto romano.
Nella città partenopea Brondi porterà questo sua quarto lavoro, quello più "etnico" come l'ha definito lo stesso Brondi che nel suo diario oltre a parlare del suo amore per Napoli ha ammesso come uno degli album che ha ascoltato più spesso negli anni di lavorazione all'album e non solo sia stato "Black Tarantella" di Enzo Avitabile: "Il disco italiano che ho ascoltato di più negli ultimi anni. C'è anche un documentario che ho amato moltissimo, mistico e popolare, che Jonathan Demme (il regista de Il silenzio degli innocenti, di Philadelphia) gli ha dedicato, in giro per le strade e i rioni di Napoli con Enzo Avitabile e il suo sax. Enzo con la sua tastiera che diventa un'orchestra, con le sue figlie, che parla di religione, che si ferma a parlare con tutti . Mi ha aperto il cuore" scrive il cantante.
Un album ricchissimo di parole e di suoni, racconti che parlano di quello che succede attorno, di giovani, di emigranti, di amore, di partenze e di ritorni, per un percorso che è partito dalle periferie, passando per le Costellazioni e tornando, infine, sulla Terra che sul palco sarà rappresentato da Brondi Marco Ulcigrai (chitarra), Matteo Bennici (basso), Giusto Correnti (batteria) e Angelo Trabace (tastiere), "pochi e molto esposti" spiega Brondi che aggiunge: "Una band come una tribù noi con i nostri strumenti, le nostre voci, le nostre mani. Farci guidare e proteggere da questo limite. Essere lì tutti insieme al centro del palco come in una sorta di rito liberatorio, fatto per noi e per chi verrà ad ascoltarci. È questo lo spirito con cui porteremo in giro le canzoni di “Terra”: un invito a ritrovarci tutti insieme nello stesso posto nello stesso momento, per esprimerci, per liberarci insieme di qualcosa che attraverso questo disco abbiamo provato a raccontare. Niente separazioni niente distanze: un concerto diretto, quasi come un corpo a corpo, un rito collettivo da celebrare insieme ogni sera".