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Il ritorno degli Afterhours: “Legame storico con Napoli, ma venire al Sud è difficile”

Gli Afterhours portano il loro “Folfiri o Folfox Tour” anche a Napoli, alla Casa della Musica, dove terranno un concerto duro, diviso in tre atti, dove alterneranno le loro hit a quasi tutto l’ultimo album.
A cura di Francesco Raiola
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Nel lontano 1997, durante il tour di "Hai paura del buio?" c'è chi ricorda come i Bluvertigo, che suonarono prima degli Afterhours, furono presi quasi a sassate dai fan della band capitanata da Manuel Agnelli. Un rapporto viscerale quello tra la città e la band, confermato anche dalle prevendite del concerto che terranno domani sera alla Casa della Musica di via Barbagallo 115, a Fuorigrotta, dove la band torna a quattro anni di distanza dall'ultimo concerto (e a due da quello del 2015 al Teatro Augusteo). Abbiamo chiesto al violinista Rodrigo D'Erasmo cosa aspettarsi da questo spettacolo, diviso in tre parti, che sarà "piuttosto duro sia musicalmente che come contenuti" e in cui suoneranno quasi tutto "Folfiri o Folfox", l'album del 2016 che ha segnato il loro ritorno di inediti a 4 anni da "Padania".

Ciao Rodrigo, poco fa parlavo con un amico che ricordava di un concerto napoletano del 1997 – tu non c’eri ancora – in cui i Bluvertigo, che suonavano prima degli Afterhours, furono presi a sassate dai fan che aspettavano solo voi. Caso estremo, ovviamente, che però rende bene l’idea di come la città abbia un legame, come dire, forte con la band…

Sicuramente c'è un legame storico, anche precedente anche al mio ingresso nella band. Negli anni c'è sempre un po' di difficoltà a scendere al Sud per questioni prettamente logistico-economiche, quindi capita che a volte salti Napoli, ma quando ritorna siamo sempre molto contenti di confrontarci col pubblico napoletano e siamo curiosi di capire come percepirà questo spettacolo.

E il tuo, in particolare, invece? In passato hai collaborato anche con artisti come Gnut e A Toys Orchestra…

Per quanto riguarda il mio rapporto ci sono tanti link: hai citato Gnut, ma ci sono anche i Planet Funk, la loro parte napoletana sono amici di lungo corso, abbiamo lavorato assieme a un bellissimo disco di Roberto Angelini. E ti dirò che di recente sono stato a Napoli per ragioni personali e l'ho trovata molto migliorata, cresciuta, a fuoco, e mi sembra ci sia una bellissima energia che parte dal basso. Poi lavoro molto con Daniele "Il Mafio" Tortora e lui è molto su Napoli, adesso, ad esempio, sta curando il nuovo lavoro degli Epo, che sono una band che mi piace molto, stanno facendo un disco molto interessante, in napoletano e devo dire che questo discorso della lingua è affascinante. Ci sono tanti bei legami, insomma, che hanno fatto sì che negli anni accadessero tante belle collaborazioni.

Che concerto è quello che state portando in giro e che vedremo anche alla Casa della Musica?

Guarda, è uno spettacolo piuttosto duro sia musicalmente che come contenuti. Abbiamo deciso di andare molto a fondo alla questione del nuovo album, e infatti lo suoniamo quasi per intero ed è una sorta di spettacolo in tre atti: è suddiviso in una prima parte più corposa che è un po' la spina dorsale del concerto, in cui svisceriamo quasi tutto l'album e poi, invece, in altri due altri atti che hanno un altro mood, col primo più spinto e il secondo più introspettivo. Diciamo che in questo modo abbiamo costruito una scaletta molto impegnativa e stimolante, proprio perché è un concerto che richiede una grande concentrazione, credo ce ne voglia molta anche da parte della gente, ma vediamo che la loro risposta è molto complice, molto attenta, non ci sono grossi cali di tensione dovuti, ad esempio, alla presenza di molti brani del nuovo album, anzi c'è una grande attesa per sentirli dal vivo.

Senti, avete una storia ormai lunghissima, come si costruisce una scaletta nuova degli Afterhours, soprattutto a seguito di un album pieno di canzoni come quest’ultimo? Immagino sia difficile, di volta in volta, lasciare fuori qualche canzone ‘storica’. Quali sono i brani a cui siete più affezionati voi e quali il pubblico?

Le canzoni a cui sono più affezionato io è senza dubbio "Qualche tipo di grandezza" e sono contento che siamo riusciti a metterla su, anche perché era molto richiesta: è dirompente, rock e serviva nella dinamica del concerto. Un altro pezzo che ci piace molto è il dittico, alla fine del primo atto, creato da "Folfiri o Folfox" e "Fra i non viventi vivremo noi" che è molto duro, ma stimolante da suonare: sono diversi, difficili da suonare ma quella parte mi piace molto. Sono rimasti fuori un paio di pezzi del nuovo album di cui uno in particolare mi dispiace molto, "Lasciati ingannare", che era quasi pronta, ma con i tempi stretti per adesso non è entrata, chissà che non riusciremo a inserirla in corsa, però quello è un piccolo rammarico anche personale, perché l'ho scritta io e ci tengo molto. Al pubblico piacciono molto i singoli, già entrati nell'immaginario, ma anche canzoni come "Né pane né pesci" e anche "Qualche tipo di grandezza" è molto amata, anche perché è una bella scarica di adrenalina.

È stato un anno particolare per la band e per Manuel, come sappiamo. Visto da una posizione, come dire, laterale, quali sono state le ricadute (in positivo e in negativo) di questo tipo di visibilità?

Guarda, fino ad ora ti dirò che non è una cosa così facilmente osservabile ad occhio nudo e quindi mi vien da dire che non ci siano stati dei cambiamenti sostanziali. Poi è normale che qualcuno legge tutti i sold out e inevitabilmente possa andare lì, però se andiamo a guardare l'ultimo tour nei teatri che abbiamo fatto, quello di celebrazione di "Hai paura del buio?" abbiamo fatto altrettanti sold out, quindi non vedo grandissime differenze. Abbiamo incontrato un po' di persone nuove che ce l'hanno detto, si sono dichiarate ammettendo che hanno conosciuto la band grazie a X Factor e questo è un bene, io credo che ci sia tanta altra gente che si sia innamorata di Manuel personaggio televisivo e che magari anche incuriosita abbia ascoltato la nostra musica e molti siano tornati ad accontentarsi del personaggio televisivo per la difficoltà della proposta musicale che si sono trovati davanti, perché da lì a spendere 25/30 euro per alzare il culo dal divano e andare a vedere il concerto di una band così particolare e lo dico con orgoglio, ce ne passa. Credo che ci sia tanta gente che aveva bisogno di un personaggio così schietto, competente, diretto, in televisione, in un programma musicale e in questo senso Manuel sta facendo la differenza, per quanto riguarda la band ti dirò, credo siano due rette parallele o al massimo che si incrociano ogni tanto, ma lo vedremo forse durante una seconda stagione. Per ora il quadro è questo, poi quest'album è uscito prima di X Factor – certo, era uscita la notizia -, ma il boom è arrivato con le dirette, per cui la vita di quest'album è tutto merito di quest'album.

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