Il tampone di Maria è negativo: può iniziare le terapie per la sclerosi multipla
"Stasera sono strafelice. Per me, ma soprattutto per i miei figli". A leggere il messaggio di Maria Fardella sembra quasi di vederla sorridere mentre digita sui tasti del telefonino. La conferma arriva con un messaggio vocale: il tono è quello di una ragazza felice. Ancora preoccupata, perché sa che non è ancora finita, ma perlomeno sollevata: adesso potrà cominciare la terapia al cortisone per riprendere l'uso delle gambe, per "spegnere", ancora una volta, le placche della sclerosi multipla. Questa sera le hanno comunicato il risultato del tampone: quella febbre alta che ha avuto un mese fa non era un sintomo della Covid-19, il tampone è risultato negativo. Ci hanno messo venti giorni per farglielo, le avevano detto che avrebbe dovuto aspettarne altri cinque per i risultati, ma poi è arrivata la svolta: meno di 24 ore e, almeno ufficiosamente, la risposta è arrivata.
La sua storia era diventata virale dopo un video che aveva pubblicato su Facebook appena ieri. Un grido di aiuto, per cercare qualcuno che potesse aiutarla: da più di venti giorni stava aspettando un tampone. Anzi: stava aspettando che qualcuno le dicesse che glielo avrebbero fatto, perché manco questa risposta aveva avuto. Eppure, si trattava di un caso particolare: Maria, giovane napoletana di 28 anni, mamma di quattro bambini, soffre di sclerosi multipla e di epilessia. A metà marzo aveva avuto improvvisamente febbre alta, che era rimasta così per una decina di giorni. Il suo medico curante, considerato il quadro clinico, non ci aveva pensato due volte: "Sei immunodepressa, devi fare subito il tampone". E il 28 marzo aveva fatto partire la richiesta all'Asl. Lo stesso parere era arrivato anche dal neurologo.
Da allora, però, non c'era stata nessuna risposta. Qualche giorno dopo, il 2 aprile, Maria aveva perso l'uso delle gambe. Sintomo che le placche della sclerosi si erano riaccese e che entro pochi giorni avrebbe dovuto cominciare le terapie al cortisone per non rischiare di rimanere paralizzata. Ma non avrebbe potuto iniziarle prima di sapere se era positiva al coronavirus: avrebbe rischiato gravi complicazioni, potenzialmente letali. Da qui, la corsa contro il tempo: aspettare troppo avrebbe significato perdere l'uso delle gambe, a 28 anni e con 4 bimbi, per una patologia che con le giuste terapie può essere tenuta sotto controllo. Si era quindi decisa a giocarsi l'ultima carta: chiedere aiuto su Facebook.
Ieri pomeriggio, 15 aprile, poche ore dopo la diffusione del video, era stata contattata dell'Asl. Sono andati da lei a farle il tampone, primo ostacolo superato. C'era però ancora l'incognita del tempo: aspettare altri cinque giorni, quelli che le avevano detto sarebbero stati necessari per avere i risultati, avrebbe potuto significare dire addio alle gambe. Ma la risposta è stata molto più veloce del previsto, e per fortuna il tampone ha confermato la negatività. "Vorrei ringraziare tutti quelli che si sono interessati alla mia situazione, tra chi mi ha sostenuto sui social e i giornalisti che mi hanno dato voce – conclude Maria – appena riceverò i risultati dell'Asl contatterò il neurologo e comincerò la cura, sperando di recuperare".