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Incendi in Italia, gli aggiornamenti

Incendi, la Città Metropolitana si sveglia tardi: “Pochi forestali, se ne assumano altri”

Emergenza incendi a Napoli e provincia: il consigliere delegato da Luigi De Magistris all’ambiente si accorge solo ora che 54 operai sono pochi e chiede soltanto oggi alla Regione di assumerne altri cento “per i prossimi mesi estivi”.
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Il Vesuvio, gli Astroni, addirittura i parchi urbani di Napoli città stanno andando in fumo e solo ora la Città Metropolitana guidata dal sindaco Luigi De Magistris si accorge che 54 operai, di cui appena 42 a tempo indeterminato, sono pochi per gestire un’emergenza di questa portata. Il consigliere delegato all’ambiente Paolo Tozzi, esponente dei Verdi campani, ha scritto al governatore regionale Vincenzo De Luca chiedendo l’assunzione a tempo determinato, tramite avviso pubblico, di “almeno ulteriori 100 unità di operai forestali qualificati”. E quando dovrebbero entrare in servizio questi nuovi assunti? Nei “prossimi mesi estivi,” spiega Tozzi. Si può solo immaginare che l’invito del consigliere Tozzi faccia riferimento all’estate del 2018, visto che ormai siamo a fine luglio e che un bando di questo genere ha bisogno di mesi per essere espletato. Quest’anno, chi vivrà vedrà.

Contro gli incendi 54 operai per oltre 12mila ettari

Attualmente i 54 operai sono divisi in otto squadre dislocate a Capri, Ischia, Napoli, Pozzuoli, Ercolano, Ottaviano, Terzigno, Torre del Greco. A coordinarli ci sono tre funzionari tecnici e due impiegati forestali. Cinquantaquattro operai che, si legge in una relazione tecnica della Città Metropolitana, dovrebbero occuparsi di una superficie di 12.732 ettari, pari all’11,8 per cento della superficie territoriale provinciale: “Per quanto riguarda la lotta attiva – è scritto nel documento – la Città Metropolitana provvede alla vigilanza, all’intervento diretto nelle operazioni di spegnimento e successiva bonifica con proprio personale addestrato ed equipaggiato a norma di legge.” Come 54 persone riescano a fare tutto questo lavoro su un territorio così vasto è, francamente, un mistero. Si tratta di operai, tra l’altro, poco equipaggiati. I caposquadra, infatti, “sono attualmente dotati di telefoni cellulari e di radio portatili”, oltre che di binocoli, pale, roncole, flabelli battifuoco. I fuoristrada attrezzati con botte e pompe per spendere gli incendi, dei Land Rover Defender, sono appena quattro.

Il Comune di Napoli solo lo scorso 3 luglio ha dato notizia dell’avvio di un “tavolo di confronto per la prevenzione degli incendi boschivi”: ormai l’estate era già inoltrata. Durante l’incontro è emerso che ci sono dei fuoristrada attrezzati per l’attività antincendio “che al momento non vengono utilizzati e che potrebbero essere messi a disposizione degli operatori.” Le parole sono rimaste tali, i fuoristrada probabilmente sono ancora fermi.

La dirigente del servizio ambiente del Comune di Napoli, nel corso della riunione ha rimarcato che “la Città Metropolitana non ha facoltà di finanziare nuove misure, trattandosi di attività delegata interamente a carico della Regione” che quest’anno ha stanziato appena un milione e duecentomila euro per l’area metropolitana di Napoli, una “cifra appena sufficiente per pagare gli stipendi degli operatori forestali e le attrezzature minime.” I dirigenti presenti all’incontro hanno presentato delle vere e proprie doglianze, lamentando lo spezzettamento di competenze tra gli uffici igiene e decoro, verde, ambiente, urbanistica di Comune di Napoli e Città Metropolitana, che porta ad una cattiva organizzazione degli interventi sul territorio. Nuova organizzazione che spetta, ovviamente, alla parte politica e che è rimasta lettera morta.

A Napoli c’è un detto che recita più o meno così: “Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro”. Al convento di Santa Chiara, hanno prima rubato e poi hanno messo le porte di ferro per evitare l’ingresso dei ladri.  Sembra, più o meno, quello che sta cercando di fare la Città Metropolitana in queste ore.

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