Incendio a Città della scienza, chiesta la conferma della condanna per l’ex custode
Il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna a carico di Paolo Cammarota, l'ex custode di Città della scienza accusato di aver incendiato la struttura nel marzo del 2013. Cammarota, che si è sempre proclamato innocente, era stato condannato a sei anni per incendio doloso al termine del processo di primo grado, che si era celebrato con rito abbreviato e la cui sentenza era stata emessa il 2 dicembre del 2016 dal giudice per l'udienza preliminare Maria Aschettino. Davanti alla terza sezione della Corte d'appello di Napoli si sta celebrando il processo di secondo grado a carico di Cammarota, unico imputato per il rogo che la sera del 4 marzo del 2013 distrusse buona parte della cittadella scientifica aperta negli anni Novanta dalla Fondazione Idis in parte dell'ex area industriale di Bagnoli, alla periferia ovest di Napoli. Le fiamme distrussero tutti e quattro i padiglioni che costituivano la struttura, realizzati in buona parte in legno: solo la parte del ristorante e il teatro delle Nuvole, un manufatto separato dal resto della struttura, si salvarono.
L'incendio aveva destato molto scalpore: "È una giornata tremenda per la città", aveva detto il sindaco Luigi De Magistris. Fin da subito si erano rincorse le voci su una possibile natura dolosa del rogo, ipotesi che hanno poi trovato conferma nelle indagini degli inquirenti e nella sentenza dei giudici, almeno nel primo grado di giudizio. Spetterà adesso al legale di Cammarota cercare di far cambiare idea ai magistrati. Nel corso della prossima udienza del processo, il 12 novembre, parlerà Giuseppe De Angelis, il legale di Idis Città della scienza che si è costituita parte civile. La cittadella scientifica dopo i lavori di bonifica e ricostruzione a seguito del rogo ha riaperto i battenti ed è tornata ad essere visitabile.