Incendio Avellino, paura per nube tossica e avanza l’ipotesi dolosa
Ci sono volute sei ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco per domare l'incendio che ha letteralmente distrutto la fabbrica Ics di Avellino, che si occupava della fabbricazione di contenitori in plastica per batterie di autoveicoli. Le operazioni di messa in sicurezza continueranno anche questa mattina e intanto, tra gli investigatori chiamati ad accertare le cause del rogo, l'ipotesi dolosa si fa sempre più concreta. Nell'immediato, però, ci sono altri risultati che sono attesi con più preoccupazione: i dati Arpac sull'inquinamento in tutta la zona. Il prefetto, Maria Tirone, ha dichiarato ieri sera lo stato di emergenza e ha chiesto ai cittadini di chiudere porte e finestre e di limitare gli spostamenti. Oggi, inoltre, tutte le scuole di Avellino (ma anche dei comuni limitrofi, Montefredane e Grottolella) sono chiuse. In giornata si attendono i risultati delle analisi dell'aria dalle centraline mobili installate intorno alla fabbrica di Pianodardine, che monitoreranno la situazione per 48 ore. Arpac ha anche installato una centralina mobile nei pressi dell'ospedale Moscati di Avellino per monitorare i valori delle polveri sottili in zona.
Domato l'incendio, nella notte solo qualche focolaio residuo
Il grosso incendio è stato spento grazie al lavoro di circa cento pompieri, arrivati da Avellino, ma anche da Napoli, Salerno e Benevento. Ormai, come detto, le fiamme sono spente all'esterno dell'azienda e durante la notte è restato attivo solo qualche focolaio all'interno del capannone industriale semidistrutto. Fortunatamente non si sono registrati feriti, se non un leggero malore accusato da uno dei pompieri al lavoro sul posto.