Incendio Vesuvio, c’è l’inchiesta. Ecco come sono stati appiccati i roghi
Ci sono al momento quattro focolai attivi sul Vesuvio. Sono aumentati i mezzi a disposizione, Canadair ed elicotteri regionali e i volontari – circa trecento – a supporto dei vigili del fuoco. La Procura di Torre Annunziata, competente per territorio, ieri sera aveva già informato di aver aperto una inchiesta per incendio doloso a carico di ignoti. Oggi saranno acquisite le registrazioni delle videocamere di sorveglianza presenti in alcune aree del Parco naturale del Vesuvio e si cercherà di dare un senso a quanto accaduto. Chi e perché ha deciso di appiccare il fuoco in più punti intorno al cono del vulcano napoletano, mettendo a rischio uomini, animali, case, uffici pubblici, infrastrutture?
Determinante in tal senso risulterà il rapporto dei Vigili del Fuoco che insieme alla Guardia Forestale hanno individuato almeno 8 inneschi di incendi. Per innesco si intende il dispositivo d'attivazione del rogo. Può essere un secchio pieno di benzina e fuochi artificiali, può essere una bomboletta da campeggio invasa dal fuoco, può essere una fiamma appiccata su un tappeto di materiale altamente infiammabile che crea una striscia di fuoco. I metodi per fare del male alla natura sono purtroppo innumerevoli.
Bosco bruciato, alberi da abbattere
Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti oggi pomeriggio sarà alla riunione operativa al comune di Ottaviano per un punto della situazione sugli incendi nell'area del Parco. Il danno è enorme. Ci sono decine di metri di vegetazione ridotte in cenere. Gli alberi della fitta vegetazione alle falde del Vesuvio sono da abbattere: sono in piedi ma in realtà sono scheletri, sono morti. Ancora non quantificati i danni per le coltivazioni, in particolare i vitigni e i pomodori.