Inchiesta P3, parla il testimone chiave: “Volevano distruggere Caldoro”
Dopo cinque anni il processo romano relativo alle attività della presunta P3 per condizionare l'esito delle elezioni regionali 2010, arriva a una svolta. È stato sentito ieri il capitano dei carabinieri Vucetich, uno dei titolari delle indagini sul dossier che riguardava l'allora parlamentare Stefano Caldoro. Sullo scopo delle operazioni messe in atto dalle presunta lobby, il militare non ha dubbi: "Volevano distruggere Stefano Caldoro", schiaciarlo nella corsa per Palazzo Santa Lucia. La vicenda, ricostruita dai pm tramite intercettazioni, testimonianze e indagini telematiche, riguarda tra l'altro la diffusione, in campagna elettorale nel 2010 di un comunicato di una sedicente associazione che forniva informazioni dettagliate su un presunto caso Marrazzo in Campania, che avrebbe visto protagonista proprio l'attuale presidente della regione Campania. Accuse false messe in circolo attraverso i canali della rete, secondo le ipotesi della Procura, per screditare Stefano Caldoro, al centro di un'operazione di dossieraggio.
Chi è accusato di aver ordito questa oscura trama? A rispondere delle accuse di Associazione per delinquere finalizzata alla violazione della legge Anselmi e violenza privata sono l'uomo d'affari Flavio Carboni, l’ex coordinatore regionale del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, l'ex giudice tributario Pasquale Lombardi, dell’imprenditore Arcangelo Martino e il sindaco di Pontecagnano. Nel registro degli indagati della Procura della repubblica di Roma, figurano anche l'ex coordinatore del Pdl Denis Verdini, il senatore Marcello dell'Utri, il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. La presunta associazione che, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbe finalizzata al pilotaggio di appalti, sentenze e al dossieraggio.