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Inchiesta tangenti ad Ischia: spunta il nome di D’Alema

Il politico il cui nome è emerso dalle intercettazioni rilevate nell’inchieste per le tangenti versate dalla Cpl Concordia ad alcuni politici locali, chiarisce: “Mai avuto benefici personali”.
A cura di Angela Marino
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È emerso anche il nome del presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D'Alema, nella inchiesta giudiziaria relativa ai finanziamenti illeciti incassati da alcuni politici locali, tra cui il sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, arrestato oggi, ed erogati da CPL Concordia in cambio della cessione di alcuni appalti per la metanizzazione. Proprio nell'ordine di custodia cautelare emesso dal gip di Napoli Amelia Primavera a carico di diversi dirigenti della Coop per l'ipotesi di reato di corruzione, si legge che "per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l'esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa CPL Concordia, che è tra le più antiche cosiddette "cooperative rosse", ovvero l'On. Massimo D'Alema".

Libri, vini e donazioni: così la CPL "investiva" su D'Alema

Il nome dell'ex presidente del Consiglio spunta in alcune intercettazioni ritenute significative per l'inchiesta: tra queste l'intercettazione ambientale in cui Francesco Simone, uno dei dirigenti della CPL finiti in manette nell'inchiesta sulle tangeti, parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, l'11 marzo 2014. Il manager ribadisce come sia necessario "investire negli Italiani Europei dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo" perché, precisa dopo "…D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose". Secondo il giudice, il termine «investire» utilizzato da Simone "rende più che mai l'idea dell'approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mondo". "Significativa", secondo il gip, anche la vicenda dell'acquisto di "alcune migliaia di bottiglie (2.000, per ammissione dello stesso Simone, ndr.) del vino prodotto da una azienda agricola riconducibile allo stesso D'Alema". Altra contingenza ritenuta dal magistrato da collegarsi agli eventi criminosi ipotizzati è l'acquisto, da parte della Cpl Concordia di "alcune centinaia di copie dell'ultimo libro" di Massimo D'Alema, "Non solo euro" presentato dal politico Pd nella stessa Ischia, l'11 maggio 2014, per volere del sindaco Giosi Ferrandino. Lo scorso 20 novembre 2014, infatti, nel corso di una perquisizione nei locali della CPL Concordia, gli investigatori hanno proceduto al sequestro di un dispositivo di bonifico dell’importo di 4.800 euro per l’acquisto di 500 libri nonché di altri tre dispositivi di bonifici – ciascuno per l’importo di 20 mila euro – effettuati dalla coop in favore della Fondazione Italianieuropei.

D'Alema: "Tutto trasparente, non ci fu illecito"

È arrivata fulminea la replica di Massimo D'Alema alla notizia delle intercettazioni, agli atti dell'inchiesta della Procura di Napoli, che vedevano citato il suo nome. "Certamente ho rapporti con CPL Concordia" ha spiegato, ma "è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato né la richiesta da parte loro né la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere". «Non ho avuto alcun regalo" ribadisce l'ex leader del Pd "nessun beneficio personale". "La diffusione di notizie e intercettazioni che non hanno alcuna attinenza con le vicende giudiziarie di cui si occupa la procura di Napoli è scandalosa e offensiva". E aggiunge l'ex presidente del consiglio: "Ho dato mandato all'avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede".

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