Inchiesta tangenti, sindaco di Ischia agli arresti domiciliari
Torna nella sua casa ad Ischia agli arresti domiciliari, Giuseppe Ferrandino, il sindaco dell'isola indagato nell'inchiesta sul presunto giro di tangenti per i lavori di metanizzazione dell'isola affidati alla coop Cpl Concordia. Lo ha stabilito il Tribunale del riesame, accogliendo l'istanza dell'avvocato Alfonso Furgiuele che chiedeva di derubricare l'accusa di corruzione nell'ipotesi di reato, meno grave, di corruzione nell'esercizio delle funzioni. Ferrandino era recluso nel carcere di Poggioreale a Napoli, dallo scorso 30 marzo. Con lui finirono in manette anche altre 9 persone, tra cui il fratello del sindaco, Massimo Ferrandino e il responsabile relazioni istituzionali della Concordia Francesco Simone che negli ultimi interrogatori ha ricostruito in parte il "protocollo corruttivo" ovvero il sistema di finanziamenti illeciti per la cessione degli appalti alla coop rossa.
Revocate le dimissioni: Ferrandino resta sindaco
Ferrandino, il primo dei non eletti nelle liste del Pd nelle scorse elezioni europee, ha annunciato lo scorso lunedì la decisione di revocare le dimissioni da sindaco rassegnate subito dopo l'arresto, ma resta però, come ha specificato dal suol legale auto-sospeso. Nella lettera inviata al Comune, Ferrandino aveva motivato la scelta con il desiderio di evitare il commissariamento dell'amministrazione dell'isola. Gli atti dell'inchiesta condotta dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, sono passati ora per competenza territoriale al tribunale di Modena. Restano confermati invece i provvedimenti di custodia cautelare per altri tre indagati dell'inchiesta: i dirigenti della Cpl Francesco Simone, Nicola Verrini e Maurizio Rinaldi.