Incidente in Tangenziale: Livia Barbato e Nello Mormile non erano drogati

Nello e Livia. Lui deejay, lei studentessa con la passione per la fotografia. Entrambi finiti, in una tragica notte di luglio, contromano sulla Tangenziale di Napoli. Inevitabile lo scontro, immortalato dalle telecamere di sorveglianza. Livia Barbato, 22 anni, è morta sul colpo. Il suo fidanzato, Nello Mormile, che guidava l'auto è uscito miracolosamente illeso dallo scontro che ha causato però la morte di un'altra persona, di Aniello Miranda, un padre di famiglia che tornava a casa.
Oggi emergono nuovi dati, nuovi elementi. Di certo c'è che Livia Barbato non era drogata. Aveva bevuto qualche drink ma il suo livello di coscienza non era alterato. Gli accertamenti su Nello Mormile non sono stati ancora depositati ma, dice a Il Mattino Andrea Raguzzino, l'avvocato che assiste la famiglia della 22enne: "Abbiamo oggi la certezza che Livia non fosse drogata, pensiamo che lo stesso si possa dire per il fidanzato". E rincara la dose: "Si può dire che quella manovra con cui si è fatta inversione di marcia è stata un gesto lucido, cosciente, volontario".
Da mesi la Polizia Stradale, coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e del pm Salvatore Prisco indagano con l'ipotesi d'accusa di duplice omicidio volontario. Il giovane dj difeso dagli avvocati Gaetano Baccari e Gaetano Porto ha sempre proclamato la sua innocenza rispetto all'omicidio volontario; tuttavia non avrebbe mai espresso chiare motivazioni circa i fatti in questione di quella maledetta notte di luglio. Le indagini tecniche puntano a capire se la giovane vittima fosse cosciente in auto, se fosse sul sedile posteriore o su quello anteriore, se stesse dormendo e addirittura se fosse in vita.